giovedì 21 settembre 2023

Berlusconi santo subito – 35

Non c’è solo il passaggio di Bianca Berlinguer (Berlinguer…) a Mediaset, che solo qualche anno fa  si voleva cancellare per referendum, c’è perfino una campagna di riabilitazione dei cosiddetti “giornaloni”, tra essi soprattutto “la Repubblica”, quotidiano già aduso, con Scalfari e dopo, a 5-6 articoli al giorno contro, a voler riabilitare il buonanima. Non proprio, non dichiaratamente, ma è un’altra faccia che si presenta. Con bei nomi a supporto: Camilla Cederna il settimanale feminile, Marino Perniola “il Venerdì di Repubblica”, Donata Scalfari in intervista fiume con Cazzullo sul “Corriere della sera”.
Donata, la figlia minore del Fondatore, già lei stessa per la verità nel “tg delle figlie”, quello montato da Mentana per Berlusconi, dice che era tutto una farsa. Dopo Craxi, le ricorda Cazzullo, “l’altro grande nemico fu Berlusconi”. “Papà lo trovava molto simpatico”, è la risposta, “molto divertente. Prima della guerra di Segrate per il controllo di Mondadori e di Repubblica, si vedevano spesso ad Arcore: Confalonieri suonava al piano le canzoni che piacevano a mio padre, Berlusconi le cantava” - e poi gli illustrava il suo “scannatoio” (ma la visita dei boudoir è raccontata come uno scherzo).
“D” ripropone un’intervista che Camilla Cederna, nientemeno, fu mandata dall’“Espresso”a fare a Berlusconi imprenditore edilizio sconosciuto nel 1977, un anno dopo l’uscita di “la Repubblica”- quando la ricapitalizzazione già s’imponeva. Un compitino, che Cederna svolge senza genio: “Un uomo non tanto alto, nemmeno una ruga, dai modi gentili. E siccome è la sua prima intervista, è felice di raccontarmi la sua vita felice”. Pensare: Berlusconi diede la sua prima intervista a “L’Espresso”. E vi si potè fare l’apologia: “Si ritiene l’antitesi del palazzinaro, si ritiene un progressista, è cattolico e praticante, ha votato Dc; e «se l’urbanistica è quella che si contratta fra costruttori e potere politico, la mia allora non è urbanistica»”. I pareri dei concorrenti sono l’opposto, ma Cederna non ha voglia di credere a loro. È un ottimista, conclude, vuole fare una tv ottimista, finanzia Montanelli per consentirgli di fare “Il Giornale”, massima sua aspirazione sarebbe diventare presidente del Milan, e parlamentare europeo, “ci tiene anche a coltivare al meglio la sua figura di padre, cercando di avere frequenti contatti coi suoi figlioletti”.
Definitivo il primo lancio della serie, sul “Venerdì di Repubblica” a Ferragosto: un ricordo di Marino Perniola, “studioso originale e filosofo «eretico», di sinistra ma non marxista”, quello che allora, anni 1960-1970, si diceva un “sitazionista”, un battitore libero. Ma limitao a una sola sua tesi, da analista del Sessantotto,  del “movimento”: “È stato Berlusconi a fare il Sessantotto”, questo il titolo. Non a farlo, propriamente, per l’anagrafe non poteva. Ma a realizzarlo: “Il Cavaliere realizzò le idee rivoluzionarie degli anni Sessanta. A modo suo…”, questo il sommario. L’occasione c’è, la ripubblicazione di un testo di Perniola, “Berlusconi o il ’68 realizzato”, la presentazione è lusinghiera.  
L’odio è ancora forte. Basta leggere quanto si cita sui giornali delle memorie di Sarkozy, e della sua comare Merkel – una specie d’imbecille, che ha rovinato la Francia delle periferie e ha rovinato la Libia per rovinare l’Italia. Ma il Berlusconi deve morire si sta trasformando in un Berlusconi santo subito. Compresi i figli. Comprese le odiate sue aziende – che non hanno mai licenziato nessuno, nemmeno i  giornalisti.

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