Fruttero un po' pallido, senza Lucentini
Una randonnée di un giorno in giardinetta, di una gentildonna che s’immagina giovane, lasciando lo yacht a Porto Ercole all’Argentario, tra rovine etrusche, conventi disabitati, chiese trecentesche, piazze rinascimentali, a un oscuro appuntamento, sotto una minaccia imprecisata ma incombente. Un racconto classificato da Google come horror, in realtà una sorta di ghost story, ma estiva, molto, disimpegnata. Come una “vacanza intelligente” quali “L’Espresso” proponeva allora, tra i borghi della Toscana – anzi della Maremma, che Fruttero recente “castellano” nel complesso intellettuale-residenziale di Roccamare, con Calvino e Citati, scopriva con meraviglia.
Un Tascabile del Bibliofilo in prima edizione, Longanesi, memorabile, nel giugno del 1981, assortito di trenta “fantasmi femmina”, trenta fotogrammi, di Federico Fellini - oggi irriproducibili benché castigati. Nel nome della “ditta”, Fruttero&Lucentini. Dopo essere stato pubblicato, senza foto, su “L’Espresso”. Poi ripreso a proprio nome dal solo Fruttero, il contributo di Lucentini essendosi limitato a una telefonata.
Un racconto un po’ tirato via, come dirà lo stesso Fruttero diventato personaggio tv. Dopo il successo de “La donna della domenica”, le richieste a F&L affluivano copiose, talvolta con proposte di intrecci: “La richiesta stavolta era per un racconto di genere poliziesco, avendo «La donna della domenica» diffuso tra i periodici la seguente equazione: vacanze-brama d spensieratezza-letture d’evasione-polizieschi brillanti-F&L. Cedemmo un paio di volte a tali offerte, con risultati ai nostri occhi non entusiasmanti”. O forse il contributo di Lucentini era essenziale alla “ditta”.
Carlo Fruttero, Ti trovo un po’ pallida, Oscar, pp. 85 € 9
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