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Giorgia senza veli
Un
libro interessante non per l’analisi, che gli autori così sintetizzano in
quarta di copertina: “Quello costruito da Giorgia Meloni insieme ai suoi coetanei della generazione Atreju è, a tutti gli effetti, non solo
nel simbolo, il terzo partito della Fiamma e, al tempo stesso, l’espressione di
una destra a-fascista, nazional-conservatrice
che, diventata centrale nella politica italiana, tenterà di cambiare gli
equilibri della politica europea” – lo sguardo dei due acuti analisti è già,
come è avvenuto per il Partito Popolare Europeo, il primo ad accorrere a Roma, al
voto eurpepo dell’anno prossimo. Il punto più interessante è che l’analisi è fatta
a siniatra, in ambito Pd: Vassallo, ex parlamentare Pd, dirige l’Istituto Cattaneo,
in-house
delle edizioni Il Mulino – una sorta di successore bolognese dell’Istituto
Gramsci, liquidato con il Pci, meno arcigno ideologicamente; Vignati è un sociologo
politico che collabora col Cattaneo.
Vassallo
non manca il bersaglio. Che la stessa Giorgia Meloni propone, i suoi “fratelli
d’Italia”volendo “uomini e donne che corrono da un’epoca a un’altra, da una
generazione all’altra, portando con sé una fiamma che non si è mai spenta completamente”.
Un programma che è un problema: i legami col fascismo storico e con la “destra
radicale” di oggi. Un interrogativo a cui non si può dare risposta dall’interno,
argomenta Vassallo. Giacchè Fratelli d’Italia non solo è un partito nuovo, nuovissimo,
con molti liberali e cattolici, come Crosetto o Mantovano, e molti professionisti,
in qualità di esperti o tecnici, specie al governo. È anche un partito “chiuso”,
“gerarchico” (la nomina di Meloni sorella da parte di Meloni Giorgia è successiva
al libro, ma conferma e accresce il dubbio). Con a capo una donna, che gli autori
dicono “una leader pop”, nuova, diversa, e assertiva - come al mercato delle canzonette.
E
qui il fenomeno meglio di tutti è descritto dal risvolto. Una leader pop, “capace di usare tanti registri comunicativi e di rivolgersi con gli stessi termini
a pubblici diversi, alternando rivendicazione di coerenza”, cioè rigidezze”, “
e duttilità, teorie del complotto e amore materno, estremismo verbale e
realismo”. Una leader politica? E si trascura che parla spedita e appropriata almeno tre lingue, e conosce i dossier internazionali, qualità che in Italia non contano ma aprono molte porte fuori.
Non
di lettura grata, come inevitabilmente la sociologia politica. È un’anamnesi che
serve in primo luogo per altre ricerche . la ricerca parla alla ricerca. Quindi
documenti del partito, fin dalla fondazione, recente per fortuna, i discorsi
delle sue vedettes, le proposte di
legge di maggiore spicco, e lunghe interviste con alcuni dirigenti. Conclusione:
“L’identità nazionalconservatrice continuerà a costituire il solco dentro il quale
FdI tenderà a muoversi”. Europeista anche per struttura mentale, oltre che per
bisogno (crisi energetica, piano nazionale di ripresa e resilienza, piano
Mattei, transizione verde – e la guerra naturalmente, a cui si può aggiungere la
nuova frontiera Indo-Pacifico). Nel rispetto dei tradizionali legami di politica
estera dell’Italia post-bellica. Con un’accentuazione dell’Italia “ponte tra l’Europa
e i Paesi del cosiddetto «Mediterraneo allargato»” – un tentativo di rilancio
in verità, l’Italia ci provò negli anni 1970-1980, per una politica
euro-mediterranea che poi non si fece.
Salvatore
Vassallo-Rinaldo Vignati, Fratelli di
Giorgia, Il Mulino, pp. 296 €18
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