mercoledì 6 settembre 2023

Il debito di Nessuno

 L’ex ministro del Tesoro Gualtieri, quello dei bonus edilizi a gogò, si giustifica oggi su “la Repubblica”: il Superbonus era a tempo, doveva essere bloccato a fine 2021, etc. Il sindaco ora di Roma si vorrebbe Nessuno, eroe omerico furbo a fronte di un ciclope di scarsa vista. Ma inteviene tardi, e forse giusto perché il danno è di giorno in giorno più grave: ha compromesso la finanza pubblica, rendendo vani gli sforzi italiani di contenimento della spesa. Le stime del Fondo Monetario Internazionale, anteriori al bubbone, sui saldi strutturali del bilancio pubblico 2023 fra i paesi del G 7 davano l’Italia, con un – 3,8 per cento, in posizione migliore di Francia, Regno Unito, Giappone e Stati Uniti – e addirittura, unico paese fra i sette, con un attivo nel saldo primario.
Questi bonus sono stati opera di governi di sinistra e di destra, con i 5 Stelle e col Pd governando la Lega e Forza Italia. Ma Gualtieri, tardivo e leguleio, non fuga l’idea di un “partito nascosto” del debito. Dello spendiamo, e arrangiatevi. A cuor leggero: da una parte impegnando i condominii (in teoria tutti i condominii d’Italia) in costose ristrutturazioni, mentre dall’altra le banche, non avendo nessun obbligo di scontare il superbonus lo hanno scontato finché ci hanno guadagnato facile, poi hanno chiuso (hanno potuto chiudere) lo sportello. Senza scandalo.
Tutto ciò fa parte della dialettica politica. Dell’incapacità politica, se si vuole, che il pubblico può sanzionare, ne ha lo strumento, nel voto ogni pochi mesi. Ma il problema è anche di chi non ha saputo o voluto opporsi alla spesa pubblica in debito, nella Funzione Pubblica e nelle istituzioni: da quando si fa spesa senza copertura e senza controlli?
Su tutti, è un problema anche il silenzio dei media: non un’indagine, un commento, una spiegazione in mancanza di altro, di cosa è successo e sta succedendo. Succede nei media come nelle mafie, dove non si sente, non si vede, non si parla: titoli a iosa su Giorgetti, il Tesoro, la Ragioneria, i costruttori, e mai una spiegazione, un’analisi, una censura. Solo perché la slavina è stata avviata dal governo Draghi.

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