Il femminino unitivo - l’eterno femminino gesuita
Una
consacrazione della femminilità, un secolo fa, a opera di un gesuita – non irriverente,
considerando l’attenzione, per quanto cauta, di Ignazio di Loyola per le donne al
suo tempo. E una riflessione costante nella
sua costante “ricerca di senso” al mondo, all’universo - nella caratteristica “visione cosmica
unitaria”, pur basata sempre sul reale, sul “fenomeno”, “Il Femminino ovvero
l’unitivo” è l’ultimo capitolo della summa del paleontologo e filosofo gesuita,
“Il cuore della materia”. Ed è anche “la formula più incisiva ed efficace per
definire l’esito delle sue riflessioni sull’elemento femminile”. Riflessioni
che Teilhard aveva avviato durante la Grande Guerra, dove aveva servito come
barelliere: negli intervalli del servizio annotava le riflessioni occasionali,
e le mandava alla cugina Marguerite, che le custodisse “in caso di”. La cugina
non gli risparmiava commenti, il materiale
si accumulò, e una volta smobilitato un saggio pres e forma, “L’Éternel feminin”.
Questo
saggio, forse oggi il suo più attuale, però non si può leggere, nemmeno in francese: Teilhard de Chardin è un contemporaneo “nascosto”, un po’ dimenticato, ma una
ventina di titoli sono ancora fruibili nel mercato vintage, “L’Eterno Femminino” no. È, spiega l’Associazione, “un vero poema in prosa, nel quale
ispirandosi al cap. XXIV dell’Ecclesiaste, che tratta della Sapienza, e
sostituendovi il termine di Eterno Femminino, attraverso un susseguirsi di
significati analogici, affronta il tema dell’amore. Indicandolo come forza di
unificazione ne segue le successive fasi di sviluppo che vanno dalle attrazioni
primordiali tra gli elementi fisico-chimici, alla forza riproduttiva nel mondo
vivente, alla funzione spiritualizzante che l’amore può assumere a livello
umano, alla forza salvifica che gli ha attribuito Cristo. Il femminino,
presente fin dalle origini del mondo, è stato, «il lieve fremito che ha
insinuato negli atomi… l’inquietudine oscura e tenace di uscire dalla loro
annichilente solitudine, per agganciarsi a qualcosa fuori di essi»”.
È, si può dire, il leitmotiv del papa in cattedra,
Francesco, il papa gesuita. Ma con qualcosa in più, il sesso. La sintesi dell’Associazione
dà nota di molte riflessioni di Teilhard de Chardin sul tema. Una in
particolare è speciale, nell’ultimo saggio a carattere autobiografico, “Il
cuore della materia”: “Mi sembra
indiscutibile (de iure e de facto) che nell’uomo - anche votato, e per quanto
votato sia, al servizio d’una causa o d’un Dio – nessun accesso alla maturità
ed alla pienezza spirituale sia possibile al di fuori di qualche influsso
‘sentimentale’ che venga a sensibilizzare in lui l’intelligenza ed eccitare,
almeno all’inizio, le sue potenze d’amore. Come non può fare a meno della luce,
dell’ossigeno o delle vitamine, l’uomo – nessun uomo – può fare a meno del
Femminino…”.
In una “Note de retraite”, appunto da pensionato,
sembra anche prefigurare il presente, individuando un “falso femminismo”, che
rischia di sopprimere l’evoluzione e la crescita del femminile – il femminile ha questo dono,
attira gli uomini e attira Dio.
Associazione
Italiana Teilhard de Chardin, Il
femminino ovvero l’unitivo, online
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