La donna al potere, tirannica
Un film forte, si va di corsa. Ma Cate Blanchett, già antipatica
di suo, fa un’antipaticissima maestra – o si dice ancora maestro? –
d’orchestra, la prossima prima donna (ma si vuole donna?) sul podio dei Berliner
Philarmoniker, Lydia Tàr. Donna in carriera e quindi tirannica come tutti. Per
di più essendo una donna americana, quella che un tempo si poteva dire virago. Anche
se il personaggio dovrebbe essere europeo, germanico. Egoista con tutti, anche
con le compagne e amanti.
La trama è troppo complicata,
non si può semplificare. Basti dire che è una successione di atti d’imperio, in
amore e nel lavoro. Blanchett, femminista capofila, già coppa Volpi e Golden
Globe per questo film, è probabile prosimo Oscar. Ma fa di tutto, col regista,
per dire - è la prima volta che Hollywood osa, sempre canonica, conformista -
che le donne in carriera non sono diverse. Cioè non sono donne? Cioè, il
femminismo non le vuole donne?
Le sue vittime e antagoniste
sono donne per lo più, pure loro. Una prefigurazione sinistra. Anche le
famiglie al femminile non sono diverse – non c’è il femminicidio ma perché non
si sa come chiamarlo.
Todd Field, Tàr, Sky Cinema
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