mercoledì 6 settembre 2023

L’educazione sentimentale di Alvaro, cosmopolita

Quattro racconti lunghi, la misura più congeniale ad Alvaro, pubblicati nel 1934. “L’uomo nel labirinto” (titolo poi rubato da Carrisi), successivamente edito spesso a parte, è un quasi romanzo: è la storia di un giovane meridionale smobilitato dopo la Grande Guerra a disagio nella Grande Città. Deluso. timoroso di non farcela. Una storia poi comune, di migrazione interna, di disadattamento, tra speranze sempre rinnovate e delusioni: la difficoltà per il provinciale di inserirsi.
Gli altri tre racconti formano o svolgono una sorta di “educazione sentimentale” alla Flaubert, vaga e solipsistica, anche poco drammatica. “Tra di noi, su quella spiaggia, accadeva qualche cosa, ma esisteva senza parole e senza possibilità di spiegazioni”: “Il mare”, il racconto del titolo, è di un mondo misto, italiano e straniero, ricco e oovero, intelletuale e manuale, che era di Capri e sarà di Positano. Con la bella Hélène che s’imbarca alla fine col fedele pescatore che è il suo amore, lasciando i poeti con la febbre.
“Solitudine” e “L’ultima delle mille e una notte” ambientano le relazioni, sempre vaghe, incerte, onnivore ma limitate, a Berlino e a Parigi, dove Alvaro fu nel dopoguerra corrispondente. Una storia di amore intellettuale a Berlino, di sesso senza parole malgrado i tanti discorsi, e forse senz’anima. E della voglia di vivere, tra Parigi e Istanbul, che meglio viene in affari – l’amore, il matrimonio, il protagonista avventuriero e truffatore vive di facciata.
Le tracce di questi racconti sono lievi: accennate, ipotizzate. Come sarà di tutta la narrativa di Alvaro, dopo la rudezza di “Gente in Aspromonte”. E cosmopolite, senza esotismi o idiotismi. A Istanbul, altra esperienza di lavoro giornalistico di Alvaro (ne aveva tratto un libro, “Viaggio in Turchia”, Treves, 1932), il racconto assume un ritmo comico. Un ritmo e una fantasia che non riemergono altrove nei tantissimi scritti di Alvaro e invece funzionano: si diventa ricchi perché Kemal Atatürk ha decretato la fine del fez, con conseguente tassonomia e filosofia del cappello.
Corrado Alvaro, Il mare, Rubbettino, pp. 194, ril. € 6

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