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Internet non è più divertente
“Internet oggi sembra vuoto,
come un salone con l’eco, anche se è più affollato che mai…”. Su tutte le piattaforme.
Specie quelle giovanili: “Le piataforme a trazione soprattutto giovnile –
YouTube, TikTok e Twitch - funzionano come stazioni radio, con un creativo che
posta un video per milioni di followers;
quello che i followers hanno da dirsi
l’un l’altro non incide più, come usava sui vecchi Facebook o Twitter”. I social erano un posto di conversazione e
reciprovità, ora non più.
Le cause? “Poche reti social si sono prese l’open space internet, centralizzando e
omogeneizzando le nostre esperienze attraverso i loro opachi sistemi di analisi
dei contenuti”. Ma l’algoritmo funziona per accumulo e non per
diversificazione: “Rende popolari account e temi che già lo erano, imbricando o
chiudendo i meno favorite o meno aggressive”.
Un’altra causa può essere che “divertirsi
online era qualcosa che usava fare nelle ore vuote al lavoro, confinati davanti
al computer tutto il giorno”. Ora questo legame non è più stretto, col lavoro
da casa, gli orari su misura e altri mutamenti del lavoro.
Da tempo la rete è sotto esame,
come veicolo di false notizie (di propaganda), e piattaforma della parola ridotta a violenza. Habermas ha fatto in tempo a vedere l’opinione
pubblica o “sfera pubblica”, di cui aveva celebrato qualità e potere, derapare
verso l’inconsulto e il provocatorio, quando non lo sberleffo – verso la violenza
invece che verso il ragionamento (dibattito). La rete come una minaccia alla
democrazia - tema arduo, anzi contestabile. Qui invece se ne registra la
stanchezza, la debolezza.
Kyle Chaika, Why Internet isn’t fun anymore, “The
New Yorker”, free online
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