giovedì 26 ottobre 2023

La vita attraverso la morte

L’eredità culturale è, in fondo, parlare con la lingua dei morti. Il rapporto è biunivoco, la morte è un passaggio: “Mentre è vero che parliamo col linguaggio dei morti, è ugualmente vero che i morti parlano nelle e attraverso le voci dei viventi. Ereditiamo le loro parole, così come prestiamo loro la voce”. Sulla base di Vico, “La scienza nuova”, che Harrison dice “la fonte d’ispirazione di questo studio”, e in subordine di Ernesto De Martino, con molti riferimenti letterari, Omero, Virgilio, Dante, Milton, e la condivisione di temi e figure di Ungaretti, Wallace Stevens, Marianne Moore, Rilke, ma soprattutto di Leopardi e Petrarca, Harrison ricostruisce la rete interminata della vita attraverso la morte. L’aldilà continua a dominare la nostra esistenza, credenti o no, la cultura può dirsi anche un negoziato tra qui e là, presente e passato, tra scontri, convivenze, cancellazioni.    
Non l’ennesima variazione sulla storia. Un’opera di filosofia letteraria – o letteratura filosofica: esplora le forme in cui si manifestano i rituali del dolore e del compianto. Specie nella tumulazione. La riflessione nasce da questo aspetto, da Vico. La sepoltura segna l’inizio e dà la definizione di ciò che chiamiamo umanità. L’umanità “non è una specie (Homo sapiens è una specie); è un modo di essere mortali e di di collegarsi al morto. Essere umano significa soprattutto seppellire”. Il latino humanitas venendo da humando, seppellire – dalla radice indoeuropea dghem, che è la base anche del greco khton, la terra.
Una derivazione e un ingrandimento di “Foreste”, la prima incursione di Harrison nella continuità. Autore successivamente di “Giardini. Riflessione sulla condizione umana”, nel continuo rifacimento, quotidiano, dell’eden, l’idea primigenia di innocenza. Già autore di una raccolta di racconti (divagazioni) “Roma, la pioggia. A cosa serve la letteratura”. Agli studi filologici essendosi avviato su Dante, soprattutto sulla “Vita Nova” – la sua prima pubblicazione, non tradotta, è “The Body of Beatrice”.
Harrison è professore di Letteratura Italiana alla Stanford University, del dipartimento di Francese e Italiano – insignito per questo delle massime onorificenze, dalla Francia.
Con una postfazione di Andrea Zanzotto.
Robert Pogue Harrison, Il dominio dei morti, Fazi, pp. 238 € 19

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