Governo ladro, di pensioni
Brutta
sorpresa giovedì per i pensionati: chi poco e chi molto pagheranno in anticipo il
“ricalcolo” delle ritenute fiscali per l’anno
2023. Che non si farà sul 730, a opera e con le regole delle Entrate, ma ad arbitrio
dell’Inps.
Di
Micaela Gelera, la contabile sconosciuta appena nominata commissaria dell’Istituto
da Meloni. La beneficata ha tirato fuori per il capo del governo il coniglio salva-conti:
un prelievo fiscale anticipato sulle pensioni. I pensionati, chi poche decine chi centinaia di euro, pagheranno il loro tributo al governo che non mette
le mani in tasca. Specie quelli delle gestioni speciali, ex Indpad, ex Inarcasse, ex Inpgi.
Un
“ricalcolo” non annunciato, non spiegato, imposto. Non sull’avere – ci saranno
pure casi di saldi attivi nei confronti delle Entrate – ma sul dare. Non si applica la stessa regola alle
retribuzioni, che sono protette dai sindacati, né agli altri redditi, protetti
dai fiscalisti. Solo alle pensioni. E se non basta il cedolino di dicembre, l’anticipo
restante verrà recuperato a dicembre – “Qualora il rateo di pensione mensile non
sia sufficientemente capiente per il recupero integrale del conguaglio si
procederà al recupero del residuo debito fino al definitivo saldo”, intima Gelera.
Obiezioni?
Sì, col 730, fra un anno.
La
miracolata commissaria Inps ha esumato un Casellario Centrale dei Pensionati,
che non esiste, solo sulla carta, e se ne è servita per ricalcolare in anticipo
quanta Irpef i pensionati dovranno ipoteticamente pagare per il 2023. Con criteri
suoi, di Gelera: non sono le Entrate che determinano criteri e pesi fiscali, e
scadenze, è la fiduciaria di Meloni.
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