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venerdì 27 ottobre 2023

Miseria dell’informazione in guerra

Una nave cinese tranciò il gasdotto del Baltico. I terroristi di Hamas sceneggiano in tv in Israele le loro mattanze. Si ricostruiscono fotografie di bambini decapitati, dagli stessi. Cosa ci dobbiamo bere? I morti sono duemila, no ventimila, no duecentomila.
Le “notizie di guerra” sono parte della guerra, non si ripete mai abbastanza. Forse necessarie, comunque parte del gioco. Ma non sono informazione.
Di informazione una guerra è fonte inesauribile purtroppo, per mille aspetti. Ma solo si registra e si diffonde, come informazione, la propaganda, le “notizie di guerra” – già bell’e confezionate. Per pigrizia? Per preconcetto?
L’effetto è di diffondere l’incertezza. Trascurandosi i fatti veri della guerra, e i loro possibili sviluppi, si diffonde con l’incertezza la paura. E il (mini)militantismo che ci invade, contro questo e contro quello.
Non c’è molto che ognuno possa fare in una guerra, lontano da essa. Ma la guerra, anche se remota, e quelle in atto non lo sono, ha riflessi comunque sulla nostra vita. Bisognerebbe sapere di che si tratta.

 

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