Ombre - 689
Il
problema è ora, prima che Israele cominci i bombardamenti a tappeto: evacuare
1,1 milioni di persone da Gaza Nord. Per dove? Fuori di Gaza c’è Israele. Senza
contare che si tratta in sostanza di un milione di homeless, gente che ha perduta terra e casa, ora israeliane. C’è da
dubitare della Bibbia.
Galli
della Loggia inveisce sul “Corriere della sera” contro il “postillatore” –
quello che dice: “Siamo inorriditi di fronte alla barbarie di Hamas, però
dobbiamo ricostruire storicamente il motivo per cui è nato Hamas”. Poi Cazzullo sullo stesso giornale fa la storia di Ashkelon, un borgo chiamato Majdal, popolato da arabi, che Ben Gurion
“fece deportare a Gaza” – “Ascalona fu ripopolata con ebrei in arrivo
soprattutto dallo Yemen, dal Nord Africa e anche dal Sud Africa. Ora ha più di
centomila abitanti”. La fa nella posta. E, certo, è un grosso exploit
demografico, anche immobiliaristico.
Si
aiuta di più Israele, nell’ora del bisogno, inneggiando, oppure “postillando”,
potrebbe essere uno dei “problemi di base” di questo sito. Netanyahu non è un
dittatorello, o un golpista dell’ultima ora, è uomo politico rispettabile, su
piazza da venticinque anni, quasi tutti in ruoli decisivi. Che ci faceva l’esercito
a Nablus, all’estremo Nord della Cisgiordania occupata, invece che al confine
con Gaza? Per costruire una nuova Ascalona – ma, certo, Netanyahu non è Ben
Gurion.
La
privatizzazione dell’Alfa Romeo? Prodi, chiamato in causa per averla “svenduta”
alla Fiat, quando era presidente dell’Iri, ricorda: “La Fiat non ha rispettato
gli accordi sottoscritti”. E cosa è successo? Niente. Funzionano le privatizzazioni
dove è rimasto un management nominato dallo Stato, dalla famigerata politica: Enel,
Eni, Poste, Leonardo, Fincantieri, eccetera. Uno sfacelo il privato privato,
Telecom, l’acciaio, eccetera.
Nelle
privatizzazioni hanno funzionato solo le banche – che erano quelle che
funzionavano peggio, in mano pubblica. E in modo perfino miracoloso: Intesa,
Unicredit e Popolari - mentre il Monte
dei Paschi, cocciutamente in mano politica, è variamente fallito.
Fa
senso Europa +, cioè Emma Bonino, intignata a spostare le sentenze balorde di Catania
dalla giudice Apostolico a chi l’ha fotografata alla manifestazione contro la
polizia. Che ne avrebbe detto Pannella, del potere della giustizia, della giustizia
politica?
Non
bisogna avere fatto grandi studi o ricerche per capire che la giustizia
politica è la negazione della giustizia.
“Il
processo alle «spie» è appena cominciato”, il processo ai servizi segreti
israeliani, “ma tra gli errori principali viene indicata la scelta di delegare
la sicurezza alla tecnologia, spostando molti reparti in Cisgiordania a difesa
dei coloni” – grandi paginate del “Corriere della sera” col suo specialista di intelligence
Olimpio. A difesa da che, da chi? Non è detto. A difesa dai palestinesi. Che
protestavano contro la costruzione di centinaia di case a Nablus, il punto
della Cisgiordania più lontano da Israele, e l’esproprio-evizione di 1.100
palestinesi nei primi otto mesi del 2023, secondo i dati Onu, da case e terreni. Curiosa
informazione, che non protegge Israele.
“Nel campo di Jabalia che conta 100 mila profughi
i rubinetti funzionano solo due ore al giorno”, “la Repubblica”. Profughi da che cosa? Boh.
Profughi da quanto? Boh. Un campo da 100 mila profughi è la città di Bolzano, o
Novara, o Ancona. Certo, senza le strade, né gli spazi verdi, un po’ di spazio
comunque.
La
piccola Ducati mette nell’angolo il gigante Honda. Trionfo italiano, eccetera. Solo
che Ducati non è più Ducati, solo nel nome, è Volkswagen. Fu venduta dai fondatori.
Un’industria senza futuro?
A
volte il problema non sono i capitali, è la “cultura” generale – l’impresa vuole
applicazione, metodo, costanza.
Singolare
a Santa Marinella. Dove i Carabinieri locali affossano un’indagine a carico di
un noto ristoratore diffondendo immagini del sindaco che lo ha denunciato per corruzione
in intimità con una signora. Singolare che i giudici che indagano sul malaffare,
ormai accertato, non indaghino questi Carabinieri. Singolare che le cronache
romane, ma anche nazionali, facciano pagine sul sindaco e il suo divano e non
sui Carabinieri del malaffare. È tutto (cattivo) giornalismo?
Si
distingue nel tentativo di spostare l’attenzione dai video della giudice Apostolico
contro Salvini al “dossieraggio”, a chi lo ha diffuso, il quotidiano “Domani”,
la pupilla degli occhi di Carlo De Benedetti, già editore del gruppo “la
Repubblica”, che ha portato dai fasti di primo giornale d’Italia al record di
prepensionamenti, a carico dell’Inpgi, l’istituto di previdenza dei
giornalisti, che così è fallito. Sarà De Benedetti l’untore del giornalismo
quando se ne farà la storia degli ultimi trent’anni?
Nessun commento:
Posta un commento