Ombre - 691
Grande
manovra economica: “Pannolini, iva al 22 per cento – pannolini e seggiolini per
l’auto usciranno dalla categoria dell’Iva agevolata, che era al 5 per cento”. Per
il latte in polvere l’Iva sale solo dal 5 al 10 per cento”. Per agevolare la
maternità, del governo che non mette le mani in tasca?
È
vero che si possono mandare gli infanti anche senza pannolini, in Italia fa
caldo. Ma è pure vero che Meloni sembra
sempre più una figurina dei videogiochi – è anche sempre lì a dire qualcosa
(con l’unica parlata romanesca antipatizzante, quella nasale).
In
Cisgiordania “dall’occupazione del 1967 a oggi i coloni sono passati da poche
decine a 700 mila, in 279 insediamenti. Dal 7 ottobre gli omicidi sono stati
110”. Di chi? A opera di chi? Il “Corriere della sera” non lo dice, la vecchia pagina
dei giochi enigmistici esuma per le pagine della guerra.
Non
si è letta finora una sola critica di Netanyahu e del suo governo. Nonché della
sua politica di colonizzazione – i sui coloni sparavano anche prima del 7 ottobre.
Di un personaggio e un governo che pure erano fortemente contestati come
antidemocratici. E hanno lasciato sguarnita la frontiera con Gaza per dare mano
ai coloni col mitra in Cisgiordania.
Fa
il tifo anche la Consob. Fra le centinai di società che monitora, solo sui bilanci
della Juventus trova da ridire – che il club affida ai contabili più titolati. Che
la Consob sia una cellula interista – magari all’insaputa del vegliardo
dimenticato che la dirige? Non sarebbe una novità: era interista anche il
Procuratore che con le carte della stessa Consob ha messo lo stesso club sotto
processo.
Il
megaprocesso annunciato un anno fa dalla Procura contro la Juventus la stessa
Procura ha poi abbandonato alle procedure, le è bastato il danno che la
“giustizia sportiva” dell’onesto Chiné ha provveduto su suo input a infliggere
al club. Ma non c’è da lamentarsi,
altrove c’è la guerra, c’è chi sta peggio. E poi quasi quasi Chiné e la
Consob fanno un favore alla Juventus rendendola simpatica: le allargano il
mercato.
Che
la Consob sia gestita da tifosi piuttosto che da Savona dà anche un po’ l’idea
dell’Italia: è inutile farsi illusioni. Anche il Savona, ottantasettenne aggrappato
alla poltrona, non permette illusioni.
Moti
commossi tributi di giornalisti di sinistra, Vecchio, Merlo, Cazzullo, a
Buttafuoco, giornalista di destra, nominato al vertice della Biennale di
Venezia. Si aprono nuove carriere, chiudendo i giornali.
“Al
“Venerdì di Repubblica” tocca scusarsi perché un “Serafino”, corrispondente
della Aspesi, aveva attribuito alla ministra Roccella la giustificazione
dell’eccidio di Hamas in Israele il 7 ottobre come “un disegno di Dio”. Può capitare,
supposto che Serafino sia reale, che la lettera sia reale. Può anche capitare
che Aspesi condivida l’odio contro Roccella. Ma un giornalismo notabilare, da
vecchi arnesi del “così non si può più
andare avanti”?
Tocca
a Vera Politkovskaja, la figlia di Anna, uccisa nel 2006, a Mosca, da
“sconosciuti”, difendere la Russia, su “Repubblica”, pilastro dell’atlantismo,
sul supplemento “Robinson”, con abbondanza di riferimenti. Nella sintesi del settimanale:
“I miei connazionali, in Europa, vengono espulsi dalle università, i loro figli
vessati nelle scuole; confiscati i loro immobili, anche se non sono criminali; licenziati per
la loro cittadinanza”. L’Europa in armi.
Vince
Gallani, ma a Monza ha votato uno su cinque. Che rappresentatività ha il neo senatore? Che radicamento hanno Galliani,
e il suo santo Berlusconi, che pure Monza hanno gratificato tanto?
Alberto
Barachini, ex giornalista, ex socialista, Forza Italia, sottosegretario
all’editoria, propone Giuliano Aamto, 85 anni, alla presidenza alla “commissione
futuro”., la commissione governativa di studio dell’intelligenza artificiale. E
Amato, ex socialista, ex presidente di numerose autorità, accetta. Il futuro è
nel passato. Ma quello socialista lo fanno sempre inglorioso.
La
Juventus mette la parola fine alla farsa di Calciopoli che l’ha mandata in serie
B, dopo 17 anni. Cìoè mette la parola fine una parte della famiglia Agnelli,
ora Elkann, che era per Calciopoli, per questioni loro, e non vedeva l’ora di
chiudere la vicenda – di strappare il club all’ala Umberto Agnelli. Affari
loro, ma una vergogna nella vergogna. Di quando Guido Rossi, consigliere
d’amministrazione dell’Inter passato al vertice della Federazione Calcio, assegnò
lo scudetto d’autorità alla sua squadra – che al processo risultò non meno
imbricata con la federazione arbitri della Juventus. Il governo del calcio è talmente
senza vergogna da lasciare a bocca aperta.
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