Se la migliore Europa è l’America
“Siamo alla vigilia di decisioni per
sostenere la ripresa europea”, la ripresa economica, “incluso il lavoro in
corso per la riforma del patto di stabilità. Spero che l’accordo finale,
incentivando livelli di debito sostenibili, permetta anche di perseguire
investimenti favorevoli alla crescita” - Janet Yellen, ministro del Tesoro
americano, ospite ieri del’Eurogruppo, il consiglio europeo informale dei paesi
dell’euro sulle questioni monetarie.
Un
monito non da poco, anche perché Yellen viene dalla presidenza della banca centrale
americana, il sistema della Federal Reserve, quindi sa di che parla. Confinato
in Italia nelle brevi, mentre è, tragicamente, una grande verità buttata nella
palude che da qualche anno è la politica europea. Ridotta alle tattiche mercantilistiche
(nazionalistiche) di Francia e Germania, dei Sarkozy, gli Hollande, lo stesso
Macron, e della cancelliera Merkel, che ha ridotto la Germania da grande
potenza in petto a paese di secondo e terz’ordine (nell’economia, nella guerra, nella globalizzazione,
nella stessa Europa).
Yellen
riporta alla memoria il ministro del Tesoro di Obama nei primi anni 2010, Geithner.
Quello che per primo salvò l’euro, prima di Draghi, opponendosi allo
strangolamento dell’Italia
divisato da Sarkozy con Merkel – con Merkel che, notoriamente, disprezzava
Sarkozy.
Gli
Stati Uniti conducono da decenni, dal crollo della Unione Sovietica, una politica di “contenimento” della temuta “Fortezza Europa”, ma non al punto da volerla esangue.
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