Storia voluttuosa della donna in età e il bello sventato
Storia
angosciosa e lieve della cinquantenne col ragazzo Ganimede-Apollo, sciocco,
bello e destinale. Il secondo libro, “La fine di Chéri”, è un rientro all’ordine,
nella normalità del tempo, nemmeno i Ganimedi vi si sottraggono – Chéri è “bellezza
che ha tutto, e che perciò è ancora più infelice”. E finisce male, tra megere, in camere losche, da smobilitato trentenne, senza arte, sezza desiderio. Tanto spedito, stimolante, il primo racconto, altrettanto deprimente il secondo, un lungo atto di accusa contro la vecchiaia, intemperante.
Una
duplice accoppiata di Colette in tarda età. Che potrà così abbandonare il
music-hall. Per un successo, di pubblico e di stima (“Chéri” sorprese Gide e
commosse Proust), infine tutto suo - vent’anni dopo le “Claudine”, di cui l’allora
suo marito “Willy” le aveva sottratto la firma.
Un
successo all’epoca anche de scandale: Colette stessa, cinquantenne, dopo
l’uscita di “Chéri” sedusse il figlio diciassettenne, Bertrand de Jouvenel, del
suo secondo marito – ne nascerà, dopo una storia di cinque anni, il nerissimo “La fine di Chéri”.
Ma il brio della scrittura regge, non offuscato dallo scandalo – vero o costruito?
A proposito di Bertrand de Jouvenel, una delle
sue successive amanti, Martha Gellhorn, che sarà poi la terza moglie di Hemingway, unica giornalista femmina embedded nel D-Day, lo sbarco in Normandia, e si suiciderà non soffrendo la vecchiaia, lo trovava “sventato” – “non ha mai
capito quando era in presenza del pericolo”. In America, dove è stata
ostracizzata per puritanesimo (l’America vuole il sesso ma non ammette la
sensualità, i sensi), Colette viene ora letta in plurime edizioni, specie di
questo breve ciclo di “Chéri”, per il radicamento nella fisicità: fiori, piante,
muscoli, pelle, ombre, lucori, odori, sapori, e anche gli ardori, ma
sottotraccia. Qui è anche molto di più: una testimonianza di un certo tipo di femminilità, passiva e acquisitrice. Di Parigi e delle pratiche di vita, prima e dopo la Grande Guerra. Dei cibi. Dei modelli di abbigliamento. Dei tessuti - seta, mohair, alpaca, gabardin, batista. Dei cibi e delle bevande. Senza stancare.
Colette,
Chéri – La fine di Chéri, Adelphi, pp.
281 € 12
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