lunedì 2 ottobre 2023

Sui migranti la lite è tedesca

La ministra degli Esteri Baerbock lavora a Berlino per far perdere i socialdemocratici alle elezioni regionali tra dieci giorni, in Baviera e Assia? La questione degli emigranti, sì alle ong nel Medierraneo, no ai migranti in Germania, è vissuta in Italia come un conflitto tra Italia e Germania. Mentre è al centro, uno dei più sensibili, delle elezioni regionali che si preparano in Germania.
I sondaggi danno in ripresa la Csu, la Dc bavarese, che nelle ultime votazioni ha perso molti consensi a favore dell’Afd, il partito di estrema destra. Ma insieme danno in ascesa anche l’Afd. Per la recessione economica, imputata al governo di sinistra, e per la questione migranti. È per fermare lo slittamento del voto che il cancelliere socialista Scholz impone a giorni alterni la chiusura delle frontiere - anche per scrollarsi di dosso la nomea di Flüchtlingskanzler, cancelliere dei rifugiati. È per favorirlo che la sua alleata di governo, la leader dei Verdi Baerbock, alimenta, senza reale necessità, un impegno finanziario e organizzativo per favorire gli sbarchi.
Il voto in Baviera, il Land più grande e più ricco della Germania, e in Assia, un anticipo del voto europeo a maggio, sembra indirizzato verso una tenaglia attorno al partito Socialdemocratico, vincitore delle elezioni politiche appena due anni fa. La Csu, e l’alleata Cdu, i Popolari tedeschi, che attualmente governano a Bruxelles col sostegno dei socialisti-progressisti, sono orientati verso posizioni conservatrici, sia nella politica fiscale che in quella dell’immigrazione. Per contrastare la crescita dell’Afd, un partito che, malgrado il suo fondo estremista, risponde all’elettorato moderato, tradizionalmente orientato su Csu-Cdu. Ai sondaggi di oggi, la prossima maggioranza all’europarlamento sarà della Cdu-Csu, i Popolari, con i Conservatori di Meloni.
La sinistrare divisa non è una novità in Germania, anzi è una costante. Il baratro che un secolo fa divise socialisti e comunisti ora si ripropone tra Verdi e Socialdemocratici. Baerbock, leader un po’ inventata dei Verdi in Germania, un po’ alla Schlein nel Pd, anche alla Conte con i 5 Stelle, non fa mistero di voler diventare il partito pilastro della sinistra, scalzando la socialdemocrazia, “vecchia” di 150 anni. Prima della minicrisi con l’Italia Baerbock aveva messo Scholz in imbarazzo con la Cina: all’improvviso, da ministra degli Esteri, ha definito il presidente cinese Xi, cui Scholz aveva appena fatto visita, con gran seguito di affari, “un dittatore”.

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