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I palestinesi come i buchi nel gruviera
"La Cisgiordania, dove milioni di Palestinesi
normalmente vivono, ha visto anch’essa uno scoppio di violenza”,
dopo il 7 ottobre, “con oltre cento palestinesi uccisi in raid delle forze
armate israeliane e in scontri tra israeliani e palestinesi. I coloni israeliani,
spesso col sostegno dell’esercito, hanno anche scacciato schiere di famiglie
palestinesi dalle loro terre”.
L’intervistatore
principe del settimanale riassume un colloquio dettagliato con Hagai El-Had,
attivista israeliano, già direttore generale dell’organizzazione non profit
B’Tselem, che si occupa del rispetto dei diritti umani nei Territori Occupati
da Israele, l’ex Cisgiordania o West Bank. “Cosa è successo dopo il 7ottobre?”.
“La politica israeliana di ripulire l’Area C il più possibile dalle comunità
palestinesi non è un obiettivo nuovo. L’area C è poco più del 60 per cento della
Cisgiordania - in pratica, tutta la
Cisgiordania al di furoi dei maggiori centri abitati e le città palestinesi. I
maggiori centri abitati palestinesi sono come i buchi nel formaggio svizzero,
dove il formaggio è l’Area C, comprendente tutto: la valle del Giordano, le colline
di Hebron Sud, parte della Cisgiordania settentrionale.
“Queste
comunità palestinesi sono state sotto minaccia e pressione della violenza militare
e della violenza dei coloni e ogni genere di pressione per anni. La frase
legale che descrive la cosa è la creazione di un “ambiente coercitivo”, che
spinga i palestinesi ad abbandonare di loro propria volontà….” Specie attraverso
il divieto di concessione edilizia.
“Quello
che è accaduto dopo il 7 ottobre è una escalation
di queste procedure. Lo Stato israeliano, attraverso i suoi coloni, tenta di avvantaggiarsi
del fatto che tutti gli occhi sono su Gaza e sta intensificando drammaticamente la pressione sulle comunità palestinesi… Tredici
comunità palestinesi hanno dovuto fuggire sotto minaccia (“in horror”) nelle tre
settimane dal 7 ottobre”. “Quando dice «comunità palestìnese» ci si riferisce a
gruppi di varia entità. Cosa s’intende per comunità palestinese”? “Talvolta
può essere un gruppo di poche famiglie, una cinquantina di persone che vivono
in un posto, ma anche comunità più grandi. Un piccolo villaggio. Tra cento e
duecento persone, che hanno abitato la stessa terra per decenni. Alcune
comunità sulle coline di Hebron Sud, quello che stanno facendo è di far fiorire
il deserto. …. E Israele sistematicamente li spoglia. Intendo non solo di tutto
quello che hanno costruito, ma, per esempio, privandole dell’acqua corrente, degli
allacci all’elettricità, ai servizi essenziali…..
“E
anche, per essere chiari: tutto ciò che sono venuto descrivendo, tutti questi
vari meccanismi che lo Stato è venuto usando, sono avallati dai tribunali
israeliani, e dal sistema legale israeliano. Non sono fenomeni casuali che
capitano a una singola sfortunata comunità lontana dagli occhi dello Stato. Al
contrario, tutto questo è parte di un progetto di Stato israeliano in corso di
tentare di forzare, di ripulire, il più possibile di palestinesi fuori
dell’area C…”.
L’esercito
interviene in molti modi. “Non vi sia consentito di avere acqua corrente e
elettricità. Magari avete l’elettricità dai pannelli solari, che vi sono stati donati
da un’agenzia umanitaria europea. Ma questi pannelli possono venire confiscati
dall’esercito con la scusa che non sono legali. Oppure l’esercito arriva e fa
esercitazioni suoi vostri campi. Oppure i coloni arrivano e insolentiscono. Picchiano
le persone, le minacciano. Oppure arrivano i soldati e fanno lo stesso. Ci sono
posti di controllo. Ci sono minacce. Da anni….”
Isaac
Chotiner, The Gaza-ification of the West
Bank, “The New Yorker”, novembre,
free online
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