Il giudice tenace fa la mafia scornata
Tre
racconti, pubblicati da Camilleri in varie sedo, riuniti in volume: “Troppi
equivoci”, uscito nell’antologia Einaudi “Crimini”, 2005 (poi film tv, con
Beppe Fiorello e Claudia Zanella, regia di Andrea Manni);”Il giudice Surra”,
2010, uscito nell’antologia Einaudi “Giudici”. E il mistery di paese “Il medaglione”, 2005, per il Calendario del’Arma
dei Carabinieri – ripreso in volume da Mondadori lo stesso anno: qui il
marsciallo di un picolo paese di montagna sbroglia col buonsenso una serie di
equivoci, attorno a “un monile di onerosi ricordi” (Salvatore Silvano Nigro).
Racconti
sempre garbati, e filati. Col solito tocco di sicilitudine, marcata dall’eloquio,
dai caratteri, dall’orografia e dalla meteorologia, di diversità, curiosità, normalità.
Con
una nota al testo di Giancarlo De Cataldo, e un lungo risvolto-analisi di
Nigro. De Cataldo, che ha curato con Lucarelli le due antologie Einaudi, dà golosi cenni sulla gestazione dei due racconti.
E a proposito del “Giudice Surra” una stupefacente. Camilleri, avvicinato con
rispetto e ritrosia, “avvolto in una nuvola di fumo e vagamente polemico contro
il proibizionismo salutista”, è perplesso. “Poi di colpo, dopo l’ennesima
boccata”, sbotta: “Dalle mie parti c’è un’erba maligna che si chiama surra. È un’erba tenace, che
non riesci a estirpare. Ho sempre considerato la tenacia una qualità
essenziale. Perciò scriverò un racconto che si chiamerà «Il giudice Surra», dal
nome dell’erba. Sarà un racconto storico.
Si comporrà di quarantotto pagine. Te lo consegnerò il…”. Vero o falso? Surra
è un giudice tenace - disarma la mafia col ridicolo. Ma il racconto era scritto o era da scrivere? Fu consegnato
alla data detta, di 48 pagine dattiloscritte – la “pagina “ di Camilleri è
quella della “Memoria” Sellerio, 1.200 battute.
Andrea
Camilleri, Il giudice Surra e altre
indagini in Sicilia, Sellerio, pp. Pp. 183 € 14
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