L’Europa, il piano Mattei e l’Arabia Saudita
Il
voto di Parigi sull’Expo 2030 è una indicazione netta dello stato del mondo. Che l’Arabia Saudita avrebbe avuto l’Expo 2030 era
scontato ma non a 119 a 17 contro Roma. Che non ha avuto nemmeno i voti della
Ue, che sono 27. Un voto che dimostra come funziona l’ex Terzo mondo, la parta
africana e latinoamericana del Terzo mondo, gli asiatici avendo votato per la
Corea (e per il segretario del Bureau, Joy-chul Choj, che è coreano), e anche di cosa è fatta l’Unione Europea. Di “mazzette”, gli ex “conti
in Svizzera”.
È
curioso che il voto quasi unanime del Bureau International des Expositions sia
attribuito alla “politica tentacolare dei sauditi nella caratura dei
testimonial”, p.es. Cristiano Ronaldo, che “su Instagram ha 634 milioni di follower”.
Come se fosse stato un voto di scemi. Mentre si sa come funziona, l’Arabia
Saudita non è un paese sconosciuto. Specie sui diritti umani: Stato di diritto (patrimoniale,
cioè è un paese a proprietà privata) e libertà, di fede, di opinione, di circolazione, nonché
di condizione femminile.
Come
votano l’Africa e l’America Latina, e una buona metà dell’Europa? Come ha già
votato la Fifa per il Mondiale di calcio 2022 nel Qatar. Come la stessa Fifa voterà
per quello in Arabia nel 2030, e il Cio per l’Olimpiade invernale nel deserto
nel 2029. Coi conti in Svizzera, semplice.
Il
Bureau International des Expositions è nato un secolo fa per rilanciare lo
spirito progressivo degli anni che avevano preceduto la Grande Guerra. Il mondo
ora è diverso, e il Bie è diverso.
L’episodio mette in quadro anche
la nuova politica italiana di apertura verso il Sud del mondo, il “piano Mattei”.
Il Terzo mondo, quello che era il Terzo mondo al tempo di Mattei, in fuga dal colonialismo,
è ora ben indipendente, e molto corrotto. Non si può dire, ma è la verità. Si vede
Giorgia Meloni coraggiosamente in visita ai marpioni africani, e si pensa: ma
veramente crede che le credano? Sì, se porterà molti miliardi dall’Unione Europea. Altrimenti è una delle solite vanaglorie europee, che si credono ancora al
centro del mondo.
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