Poirot o la gloria delle serie tv inglesi
Il
primo Poirot è il primo romanzo poliziesco di Agatha Christie, 1916, che dunque
dall’inzio si era indirizzata verso la “serie”, il personaggio ricorrente. Al
modo già nobilitato da Conan Doyle, e prima ancora da E. A . Poe. Notevole che
abbia deciso di farlo belga, per patriottismo. Se ne spiega qui la ragione: Poirot
è un signore belga di qualche reputazione che l’invasione tedesca, con la conseguente
guerra di trincea, ha costretto a rifugiarsi in Inghilterra.
La
trasposizione in tv di questo primo Poirot, la prima della serie poi fortunata,
o una delle prime (Poirot vive in una periferia, in un casa abbandonata, con
altri coetanei belgi, con i quali passa le giornate esercitando l’inglese,
provandoci), mostra come esibendoli gli ingredienti insuperati del film tv all’inglese
– ripetuti poi con Miss Marple, Barnaby, Morse, “Downton Abbey” e ora “The Crown”: esterni d’epoca accurati, in
ambienti tipicizzati, interni per qualche aspetto sempre interessanti
(sontuosi, misteriosi, luminosi, cupi, amplissimi – ricorrenti le ambientazioni
Novecento, lo stile italiano anni 1920-1930, in Italia aborrito - o minimi),
parte anch’essi della narrazione. Colori “naturali”. E interpreti di formazione
teatrale, in grado di caratterizzare ogni personaggio, anche in ruoli marginali
(concorrono all’ambientazione)
Ross
Devenish, Poirot a Styles Court, Top
Crime
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