Un viaggio felice alla scoperta di sé
Un
ritorno, al paese abbandonato da quarant’anni, alla casa di famiglia, alle
memorie rimosse, della madre amata, della sorella complice, alla felice prima
età. Brillante, di arguzie, gags, sorprese,
Papaleo è ben sempre un attore comico – di una comicità triste, che però meglio
si direbbe riservata: contenuta, allusa, suggerita, sospesa, lasciata allo spettatore.
E liberatorio, per il protagonista ma anche per lo spettatore: è un racconto coinvolgente.
Il
ritorno è naturalmente al fortunato “Basilicata coast to coast”, il primo film
di Papaleo. Al paese, Lauria, tra
Maratea e Lagonegro – ma viene prima Lagonegro o viene prima Lauria, come il
prortagonista vorrebbe? un viaggiatore avrebbe dubbi. Propiziato da una
fisioterapista che è un po’ anche psicoterapeuta, e il blocco alla schiena di
cui il paziente fortuito soffre supone di natura psicologica.
A sessant’anni
il protagonista, accordatore di pianoforti a Salerno – sbocco un tempo naturale
per quel ramo della Basilicata – si ritrova svuotato, di interessi e di anima.
Riprende a vivere in quache modo ritornando alla gioventù, quando aveva molti
capelli e moltol entusiasmo. E con l’alter ego giovane ripercorre all’indietro la
vita che (non) ha fatto, la gioventù febbrile, di musica, politica, fisicità, e
all’infanzia protetta , dalla sorella, dalla madre. La madre, “la prima divorziata
di Lauria”, che può pasare bella e ammirata sul corso. Sarà una riscoperta drammatica
e felice, passando attraverso un’abbondante serie di incapacità ed errori, personali
e familiari, comuni a tutti e a ognguno. Specie di disattenzione – si sa che l’adolescenza
e la prima giovinezza sono piene di se stesse.
Alla
quarta opera da regista, di cui è anche sceneggiatore, e con un profumo di autobio,
Papaleo centra un film dalle impressioni durevoli. Con un partner sorprendente,
la cantante Giorgia, che governa il racconto come con una fortissima “presenza”
da attrice, per la fotogenia, per la dizione.
Rocco
Papaleo, Scordato, Sky Cinema
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