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Una intelligence per burla
Meloni burlata, si potrebbe pensare che il capo del governo
italiano non ha voluto essere da meno degli altri capi di governo europei e si
sia prestata - la burla russa come un monumento. E invece no, i suoi servizi, diplomatici
e d’informazione, ritenevano i comici russi un vero presidente
dell’Organizzazione per l’Unità Africana. Ma allora, che ci stanno a fare?
Nemmeno chiedere informazioni all’Oua? I servizi hanno scoperto la burla solo quando è stata pubblicata, quaranta giorni dopo il fatto.
Si arriva al capo del governo senza nessun filtro, né diplomatico
né di intelligence. Per di più dopo
una serie di burle analoghe ad altri personaggi in vista di cui si è parlato
ampiamente. E il capo della diplomazia a Palazzo Chigi, Talo, veniva dalla gestione della sicurezza informatica al ministero degli Esteri.
In questa epoca dell’informazione, si sopravvalutano i “servizi”.
Ma a che servono?
Quelli italiani si pagano ingigantendo le mafie. Non hanno
saputo informare l’Italia che Hillary Clinton e Sarkozy volevano creare un
inferno alle sue porte, in Libia. Si sono rifatti ingigantendo i banditi, di cui
fanno dei supereroi, inafferrabili, invincibili. Prima le camorre di “Gomorra”,
poi sparite per un paio di colpi bene assestati di giudici e funzionari di
polizia. Poi la ‘ndrangheta, di cui come già per le camorre, fanno un impero.
Misterioso, remoto. Per di più assortendolo di Madonne, che trovata!, quella
della Montagna, quelle che fanno gli inchini… Quando gli ‘ndranghetisti, brutti,
sporchi, cattivi, e noti, basterebbe prenderli. O si teme che il business si esaurisca?
Quanto alla mafia propriamente detta, è bastato prendere
Riina: la mattanza è finita. Ma chi ha dato a Riina le coordinate esatte,
luogo completo di n. civico e orario al minuto secondo, degli spostamenti di
Falcone e Borsellino, quello ancora, dopo trent’anni, aspettiamo di saperlo.
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