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C’è ancora tempo
L’ultimo
“almanacco” residuo, probabilmente – la testatina promette: “Un anno di
felicità. Dal 1762”…. Forse per questo già patrimonio UNESCO. Sempre per mano della famiglia Campi, di Perugia (non era
di Foligno?).
Gli
almanacchi, appuntamento rituale di fine anno, sono improvvisamene scomparsi, “Barbanera”
no. Eccezione doppia, perché, oltre che consigliere o assistente personale, si
vuole un metronomo del tempo naturale, del fluire dei mesi, delle stagioni. Con
le fasi della luna, che tanto pesano sugli umori, della terra e delle persone.
Con i richiami e i minuti consigli di sempre, sulle colture, i raccolti, le verdure
e la frutta di stagione, con le loro proprietà (vitamine, acidi, fibre), la
cucina, il riassetto della casa, le grandi pulizie, gli svaghi stagionali, la
salute. Aggiornati, al detox, al relax, al riciclo.
Una
pubblicazione per definizione rassicurante, su quello che è, e su come si può
migliorarlo, coi mezzi propri. Un’idea editoriale
vecchia di un millennio, se il primo almanacco di cui si ha notizia concreta
risale al 1088. Improvvisamente scomparsa, sorpassata dalla rete, dove si sa
tutto, in teoria, di tutto, all’istante. Ma la carta, le illustrazioni, le didascalie,
l’approntamento da tempo, per un percorso di almeno un anno, danno ancora un’idea
di durata. Che è rassicurante.
Il
pensiero si vuole critico e quindi all’erta, allarmista, ma anch’esso probabilmente
ha bisogno di prevedersi, di programmarsi - nell’arco breve, certo, dei mesi,
le settimane, i giorni. La luna, per esempio, non va di fretta, e si aggiorna ma
con juicio.
Almanacco Barbanera, Editoriale
Campi, pp. 256, a colori, €9,90
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