Come governa Meloni? Come non detto
“Il governo ha una forza politica
interna che altri governi oggi non hanno” – sottinteso: in Germania, Francia,
Spagna, Olanda, etc.: “È uno scenario quasi inedito questo: dà una leva
internazionale all’Italia, che è molto utile”. È l’opinione dell’ex direttore
generale del Tesoro, Alessandro Rivera.
Rivera non è un meloniano. Al
contrario. È stato licenziato dal governo Meloni un anno fa, uno dei primi atti
di governo dopo l’insediamento, e ora, dopo un anno di passaggio di consegne,
ha lasciato il Tesoro. Ma è vecchia scuola Funzione Pubblica, cioè ha giudizio,
e lo esercita.
È un commento interessante. Non tanto
per l’elogio indiretto al governo, quanto per la prospettiva che propone nell’analisi
dei fatti politici. La reputazione pesa molto nei mercati - può ridurre lo spread di 40 punti, pur in presenza di un bilancio ristretto, e mentre il debito cresce di un centinaio di miliardi o poco meno. Ma di più la notazione di Rivera sorprende per un concezione intelligente, oltre che rasserenante
(fattiva) della politica. Ma è un’eccezione, rarissima, alla politica gossip che ci perseguita dai giornali,
ogni giorno, per sei, otto, dieci pagine, su liti, sgarbi, sgambetti (Meloni-Schlein,
le vajasse?, Renzi-Calenda, Conte-De
Luca, Meloni-Salvini…. ) . I lettori protestano non comprando i giornali. E
niente: l’intervista a Rivera di Fubini, che pure del giornale è editorialista,
col titolo di vice-direttore, il “Corriere della sera” relega alle pagine
interne, senza alcun richiamo, di un supplemento del lunedì.
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