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Come salvare la buona coscienza
La
buona coscienza è fonte di guai. Il film non lo dice ma la cosa è risaputa: la
buona coscienza, intesa come un guardiano che controlla tutto, va contro il
libero arbitrio, di cui è impastato l’essere umano. Il film è di una buona coscienza
che esce dal riparo, nel suo laboratorio-iperuranio, per riportare l’assistito
sulla retta via – salvo sostituirsi a lui, nelle sue vaghezze, per quanto irragionevoli.
La
svelta commediola della premiata ditta Lucisano, con Minnella alla regia su una
sua propria idea, parte un po’ legnosa. Tra monacali soggetti (anche un po’ cattivi,
soprattutto quelli femminei) in un’algida cornice da multinazionale della
coscienza. Con premi di produzione, e licenziamenti o punizioni per scarso rendimento.
Maestra e ceo Drusilla Foer. Ma poi si scioglie in racconto veloce, infine bislacco
tanto quanto l’idea stessa, della buona coscienza che vuole prevenire e correggere
un errore. Grazie qui a un recuperato Alessandro Benvenuti, lo svanito in età,
cui la buona coscienza dovrà la salvezza, di diventare umana.
Non
ben reso (girato? montato?) nel totale. Ma un format sicuramente invidiato, facile prevederne rifacimenti.
Davide
Minnella, Cattive coscienze, Sky
Cinema Due, Now
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