Il Monte dei Paschi non c’è stato
Con
le ultime assoluzioni si conclude la crisi del Monte dei Paschi, dopo dodici
anni di presunte indagini e presunti accertamenti di colpa, ma si conclude in
modo strano: non è colpa di nessuno, anche se le colpe sono evidenti. La Fondazione
non ha colpe, i manager nemmeno, le operazioni azzardate restano appese nell’aria,
i sottoscrittori di aumenti di capitale a cascata finiti nel nulla hanno avuto
quello che si meritavano, brutti speculatori.
Un furto di risparmio mai visto. Poiché gli amministratori degli aumenti,
dopo la chiusura del 2011 con quasi cinque miliardi di perdite, Profumo
presidente e Viola amministratore delegato, sapevano che la banca doveva andare
in amministrazione straordinaria, non poteva reggersi sui mezzi propri - una
gestione amministrativa che disponesse con criteri oggettivi di debiti e
crediti, per appianare la gestione ordinaria. Si è invece fatto finta di nulla.
Cioè si è coperto il disastro, con la complicità evidente, per quanto
impensabile, della Banca d’Italia. E forse in obbedienza alla vecchia politica
locale, compromissoria - giudici evidentemente compresi.
Per diluire il danno si sono rubati otto miliardi, a 40 o 50 mila
risparmiatori. Impensabile, ma è avvenuto. Quando si sapeva che la banca era
materialmente fallita. Ben due aumenti di capitale, per otto miliardi di euro,
in appena un anno, da giugno 2014 a giugno 2015, accompagnati dal trionfale
rimborso dei prestiti del Tesoro e da report lusinghieri, finiti nel nulla. Più
un terzo tentato nel 2016 e fortunatamente fallito.
Di
chi la colpa? Di nessuno. In dodici ani di inchieste e processi niente sugli
azzardi che portarono il banco – forse quello meglio radicato (più
produttivamente) in tutta Italia - al collasso. Noti peraltro ai più (se ne trova
la sintesi in
http://www.antiit.com/2022/10/quando-scalfari-avvio-la-fine-del-monte.html).
La
giustizia italiana è politica, e quindi era impensabile che un qualsiasi
tribunale condannasse manager e politici protetti dall’ombrello Pd. Ma senza
considerazione per il mercato, oltre che per la giustizia: di chi ci si potrà
fidare, se chi ha distrutto decine di miliardi, per finalità ignote, non ha
colpa?
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