Il problema di Kiev con le minoranze
Non
si dice ma il vero problema per l’ingresso dell’Ucraina nella Ue non é la corruzione
(le leggi anti-corruzione) ma la mancata protezione delle minoranze. Contenziosi
sono aperti con la Polonia, l’Ungheria, la Romania, la Bulgaria.
Creata
nel 1922 come membro fondatore dell’Urss, l’Ucraina è stata privilegiata da
Mosca nella delimitazione dei confini, sia alla creazione che nel dopoguerra,
quando il dominio sovietico si estese all’Europa orientale. Dopo l’indipendenza,
al crollo dell’impero sovietico nel 1991, si è trovata molte questioni aperte sulle
minoranze da parte dei paesi vicini, soprattutto Polonia e Ungheria. Problemi
che ha cominciato ad affrontare recentemente, con la presidenza Zelensky.
Zelensky
si è trovato ad applicare una legge già promulgata sull’ucraino quale lingua
dello Stato. Ma ha promosso nel 2020-21 una serie di adempimenti degli obblighi
internazionali a protezione delle minoranze, “Sulle comunità nazionali dell’Ucraina”
e “Sui popoli indigeni dell’Ucraina”. Essenzialmente sull’uso della lingua delle
varie minoranze, e sulla formazione scolastica in lingua. Leggi poi non
applicate per l’intervenuta guerra con la Russia.
Al censimento del 2001, non più ripetuto,
un quarto abbondante della popolazione si dichiarava allogeno. Per lo più russi,
il 22 per cento. Bielorussi ed ebrei erano censiti allo 0,9 per cento, le altre
comunità nazionali attorno alla metà di punto: moldavi, bulgari e polacchi allo
0,5 per cento, ungheresi e rumeni allo 0,3. Il censimento non è stato ripetuto perché,
molti ucraini essendo emigrati in Europa orientale (in Italia prima della guerra
se ne stimavano 225 mila), la popolazione nazionale residente risultava ridotta,
e le minoranze per conseguenza proporzionalmente gonfiate.
Per i russi era previsto prima
dela guerra un “Regime speciale di autogoverno
locale in determinate aree di Donetsk e Lugansk”, una legge del 14 settembre
2014, approvata sulla base degli Accordi di Minsk, che avevano chiuso la crisi
aperta dall’occupazione e l’annessione russa della Crimea. Una legge aggiornata
sei mesi dopo, col recepimento degli accordi di Minsk II. Ma le due leggi non
sono state applicate. In parallelo, l’Ucraina aveva varato leggi per “garantire
la sovranità statale” sulla Crimea (nello stesso 2014) e sulla “Politica
statale per garantire la sovranità dell’Ucraina sui territori temporaneamente occupati
nelle regioni di Donetsk e Lugansk”.
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