giovedì 14 dicembre 2023

Israele e Palestina, due Stati ma non si sa dove

Stati Uniti, Unione Europea, i paesi arabi, e quelli islamici, e naturalmente l’Onu, il mondo auspica la creazione in Medio Oriente di uno Stato palestinese, accanto a Israele. Ma non si sa dove - ammesso che la guera in corso si concluda senza altre più gravi tragedie, che ribaltino l’auspicio comune.
In Israele non c’era spazio  per una soluzione di questo tipo, in base alle riflessioni degli storici israeliani più accreditati, Beny Morris, “1948”, Samy Cohen, “Israel, une démocratie fragile”, e il diplomatico Elie Barnavi. Morris ricorda persistente l’idea sionista del 1948, che faceva riferimento alla cacciata dei Greci dalla Turchia nel 1922, alla divisione  tra India e Pakistan, con migrazioni forzate di massa, alla riduzione in minoranza senza diritti di armeni e curdi. Barnavi parla di “guerra civile latente” in Israele, fra i gruppi di destra, religiosi, coloni, e i laburisti. Con l’assassinio di Rabin nel 1995, colpevole di avere firmato gli accordi di Oslo per la pace. Con la mobilitazione in massa l’anno successivo delle destre religiose e dei coloni pr sbarrare la strada a Shimon Peres, altro firmatario di Oslo, puntando sul giovane “americano” Netanyahu.
Attualmente i coloni - le persone impegnate nell’esproprio dei palestinesi dopo il 1967 – sono circa 750 mila, il 10 per cento della popolazione in Israele. E un terzo di essi dovrebbero smobilitare, nelle ipotesi che circolano sull’eventuale creazione di uno Stato palestinese.   

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