Le prime guerre dell’informazione
Il
7 ottobre segna una data nella storia delle guerre: è la prima in cui l’attacco,
oltre che con i missili e le armi a corto raggio, è stato sferrato con i media.
Immagini, video, suoni, di paura, di disperazione, di commento.
O
questo primato spetta all’attacco russo all’Ucraina, il 24 febbraio 2022. Non
alla Russia, impacciata nella guerra dell’informazione, che ha subito perso, ma
alla risposta ucraina – pensata per l’Ucraina dalle migliori agenzie di pr e immagine
della City e di Madison Avenue – la quotidiana “occupazione” delle notizie con
un’immagine, un racconto, una particolarità che comunque battesse i russi.
La
guerra da tempo si accompagna alla propaganda, alle “nebbie di guerra”, dalla
Grande Guerra (ma già la guerra di Crimea, che consacrò Cavour, fu combattuta contro
la Russia con la propaganda). Ora è diverso, l’informazione è un’arma in campo,
parte del teatro di guerra, per l’ubiquità dei media, e l’immediatezza del
messaggio: la rete, gli smartphone, i social hanno reso “istantanea” la guerra.
Che è ora informazione, prima che bombe o assalto all’arma bianca.
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