letterautore
Berto – Massimo
Raffaeli prende lo spunto da un plaquette
di Giuseppe Berto, sull’utilità della Vanità
– di un congruo narcisismo - per rivalutarne tutta, più o meno, l’opera. Eccettua
solo il giornalismo
dei “Soprapensieri”, includendo nella rivalutazione perfino “Anonimo
Veneziano”). Con
applicazione e con acribia, un monumento. Ma in breve, mezza pagina, e
solitario. Il partito Comunista
è morto trent’anni fa ma l’“egemonia culturale” ha la coda lunga?
Bovary – Di “ironia profonda” dice il romanzo Jacques Neef, presentandone
l’edizione economica più diffusa, nei Livres de poche.
Cairo Gang
– John Banville prova a rianimare il giallo un po’ seduto “Il dubbio del
killer” ricordando verso il finale “la
squadra dei servizi segreti dell’esercito britannico che era stata mandata a
Dublino ad affrontare l’IRA durante la guerra d’indipendenza”, 1918-1921. Un gruppo di pensionati dei servizi segreti britannici fu
richiamato in servizio e addestrato ad assassinii mirati di capi dell’Ira.
Ufficialmente denominati Special Branch del Dublin District (Ddsab), furono noti
come “Cairo Gang” non si sa per quale motivo. La biografia di Michael Collins,
il giovanissimo capo dei servizi di intelligence
dell’Ira, lega il nome del gruppo a un passato comune di servizio in Medio
Oriente. Lo storico Conor Cruise O’Brien lo lega invece al caffè Cairo, al centro
allora di Dublino. Dodici dei venti membri del gruppo furono assassinati
simultaneamente, uno per uno, in vari post di Dublino, all’alba della domenica
21 novembre 1920, poi nota come “Bloody Sunday”, secondo un piano messo a punto
da Michel Collins. Il quale fu assassinato a sua volta, il 22 agosto 1922, da
alcuni membri dell’Ira contrari ai primi accordi di pace dell’anno prima, cui lo stesso
Collins aveva preso parte.
Europa - “La laica Europa
sventola lo stendardo di Maria”, può concludere Rumiz sardonico il suo riesame
della bandiera dell’Unione: azzurra, il manto della Madonna, con tante stelline,
che sono le dodici
stelle di Maria nell’ “Apocalisse” di Giovanni. Rumiz, “L’Italia dal profondo”,
la fa descrivere
dallo storico biellese Alfredo Bider: “Uno spiantato e ignaro parigino si era
ispirato alla stele
di una medaglia miracolosa acquistata in rue du Bac per proporre a Bruxelles la
sua idea di bandiera.
E fu un ebreo a sceglierla, sempre per sbaglio. Costui ignorava che quella
erano le dodici stelle
dell’Apocalisse” di Giovanni, capitolo dodicesimo, dedicato alla Donna e al
Drago. È per ignoranza
che la laica Europa ostenta ora lo stendardo di Maria”. Non
è un soprassalto di malumore, sardonico, di Rumiz, o dello storico Bider: il
disegnatore fu un dipendente
del Consiglio d’Europa, Arsène Heitz, una sorta di factotum, che sottopose una
ventina di
bozzetti. La scelta fu fatta dal suo dirigente, un belga, il barone Paul Michel
Gabriel Lévy, direttore
per molti anni delle Informazioni al Consiglio d’Europa. Heitz si era ispirato,
disse, alla “medaglia
miracolosa” della Madonna che nel 1830 appariva in rue du Bac a Parigi a santa Catherine
Labouré. E insieme a Lévy avevano trovato conferma nel dodicesimo capitolo dell’“Apocalisse”
di Giovanni: “Nel cielo apparve
poi un segno grandioso: una donna vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una
corona di dodici stelle”.
Lazio – Letteralmente, terra larga, spaziosa. Per i Sabini, presumibilmente, e
altre tribù delle montagne. Anche per gli Etruschi, popolo di colina.
Natale
–
“Pure io penso, con gli inglesi, che Dickens abbia inventato la letteratura di
Natale”, Francesco Merlo, “la Repubblica”. E Jacopone? San Francesco, l’infinita
drammaturgia napoletana del Natale, col presepe e senza, Manzoni? Anche Gogol’,
per dire. Il laicismo a volte è assurdo – “inglese”, cioè laico?
Ernest Pinard – Fu un Procuratore della Repubblica (Sostituto Procuratore) celebre a
Parigi nel 1857. A febbraio fece processare “Madame Bovary” e perdette la causa.
Ma ad agosto riuscì a far condannare Baudelaire, “I fiori del male” (sei poesie
soppresse, multe di 300 franchi all’autore e di 10 all’editore). Più dura la
condanna che ottenne il mese dopo per Eugène Sue, “I misteri del popolo” (“Les
mystères du Peuple”): 6 mila franchi d’ammenda e un anno di prigione all’autore,
multe e detenzioni di varia lunghezza per l’editore e per lo stampatore,
distruzione del libro.
Flaubert ne pubblicò la requisitoria in testa alla prima
edizione in volume di “Madame Bovary”, come lettura accurata del romanzo, anche
se conclusa male. Quattro anni dopo si scoprì che il Procuratore era autore di
poesie lubriche.
Politicamente
(s)corretto – Inviando a Falqui il racconto “Una fornitura
importante”, Gadda spiega che il fatto è realmente accaduto”, è “per così dire,
un fatto di cronaca”. Ma, essendoci “una «madre superiora», d’altronde molto
seria”, suggerisce al bisogno di sostituire tranquillamente “«madre
superiora» con «direttrice» e «Istituto
San Giuseppe» con «Istituto Tommaseo» o qualcosa di simile”.
Lo ricorda Dante Isella nella nota alla sua edizione dei
“Racconti dispersi” di Gadda per la Garzanti nel 1989. La notazione non c’era nella
sua prima pubblicazione degli stessi racconti nel 1981 per Adelphi - sotto il
titolo “Le bizze del capitano in congedo e altri racconti”. Il “politicamente
corretto” è emerso negli ani 1980? Gadda naturalmente aveva scritto a Falqui
nel 1949 senza minimamente porsi il problema – non di “correttezza”, solo di sensibilità,
essendo i lettori del giornale dove Falqui lavorava, “Il Tempo, conservatori e
codini. In uno dei racconti di questa raccolta postuma, “La passeggiata autunnale”,
ha persino un “quattro macachi di schioppettoni”, per i Carabinieri.
Presepe – Fa otto secoli giusti. E consistette, quello di san Francesco a Greccio,
in una mangiatoia, vuota, con accanto un bue e un asino. Due animali simbolici,
che dovevano rappresentare rispettivamente gli ebrei e i pagani, probabilmente i
mussulmani (due comunità di cui san Francesco aveva appena avuto conoscenza
diretta in Palestina). Ma solo in via ipotetica. La Madonna invece, che riporta
il presepe in ambito chiesastico, come già avveniva prima di Greccio, è
invenzione di pittore, di Coppo di Marcovaldo probabilmente, che nasceva l’anno
dopo il presepe di Greccio, e fu a Firenze, la sua città, il pittore di riferimento prima di Cimabue - già con Arnolfo di Cambio, 1291, nella basilica romana di Santa Maria Maggiore, assumeva la forma poi canonica.
Roma – Freud vi si sentiva a casa, anche se deluso da quello che vedeva, comprese
le monumentali archeologie e architetture. Ci fu sette volte, una frequenza
inconsueta, negli anni in cui l’Italia era soprattutto Firenze e Venezia. “Per
me è molto naturale essere a Roma, non ho alcuna sensazione di estraneità”,
scriveva a un corrispondente. Ne scrisse anche come diu na nevrosi: “Il mio
desiderio di andare a Roma è profondamente nevrotico”.
Sardegna
–
Terra di storie, la dice Michela Murgia, “Viaggio in Sardegna”: “C’è una
Sardegna come questa”, premette, “davanti ai camini si racconta che ci sia, che
poi è la stessa cosa, perché in una terra dove il silenzio è ancora il dialetto
più parlato, le parole sono luoghi più dei luoghi stessi, e generano mondi”.
Anche perché in Sardegna “esiste tutto ciò che viene raccontato”. E più in là,
più in esteso: “Nessun’arte, sull’isola, è popolare e trasversale alle
generazioni quanto quella di raccontare storie, al punto da avere dato vita a
veri e propri generi letterari locali, come «sos contos de fochile», i racconti
del focolare, o «sos contos de jannile», i racconti della soglia di casa”.
Servizi – Quelli domestici l’ing. Gadda, “Gaddus”, distingue in “visibili ed
invisibili”: “L’energia elettrica è prodotto invisibile in senso stretto. Il
servigio dello scolo dell’acque luride è invisibile perché viene operato nel
sottosuolo” – in nota a “Le bizze del capitano in congedo”.
letterautore@antiit.eu
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