lunedì 25 dicembre 2023

Letture - 540

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Berto
– Massimo Raffaeli prende lo spunto da un plaquette di Giuseppe Berto, sull’utilità della Vanità – di un congruo narcisismo - per rivalutarne tutta, più o meno, l’opera. Eccettua solo il giornalismo dei “Soprapensieri”, includendo nella rivalutazione perfino “Anonimo Veneziano”). Con applicazione e con acribia, un monumento. Ma in breve, mezza pagina, e solitario. Il partito Comunista è morto trent’anni fa ma l’“egemonia culturale” ha la coda lunga?


Bovary – Di “ironia profonda” dice il romanzo Jacques Neef, presentandone l’edizione economica più diffusa, nei Livres de poche.

Cairo Gang – John Banville prova a rianimare il giallo un po’ seduto “Il dubbio del killer” ricordando verso il finale  “la squadra dei servizi segreti dell’esercito britannico che era stata mandata a Dublino ad affrontare l’IRA durante la guerra d’indipendenza”, 1918-1921. Un gruppo di pensionati dei servizi segreti britannici fu richiamato in servizio e addestrato ad assassinii mirati di capi dell’Ira. Ufficialmente denominati Special Branch del Dublin District (Ddsab), furono noti come “Cairo Gang” non si sa per quale motivo. La biografia di Michael Collins, il giovanissimo capo dei servizi di intelligence dell’Ira, lega il nome del gruppo a un passato comune di servizio in Medio Oriente. Lo storico Conor Cruise O’Brien lo lega invece al caffè Cairo, al centro allora di Dublino. Dodici dei venti membri del gruppo furono assassinati simultaneamente, uno per uno, in vari post di Dublino, all’alba della domenica 21 novembre 1920, poi nota come “Bloody Sunday”, secondo un piano messo a punto da Michel Collins. Il quale fu assassinato a sua volta, il 22 agosto 1922, da alcuni membri dell’Ira contrari ai primi accordi di pace dell’anno prima, cui lo stesso Collins aveva preso parte.

Europa - “La laica Europa sventola lo stendardo di Maria”, può concludere Rumiz sardonico il suo riesame della bandiera dell’Unione: azzurra, il manto della Madonna, con tante stelline, che sono le dodici stelle di Maria nell’ “Apocalisse” di Giovanni. Rumiz, “L’Italia dal profondo”, la fa descrivere dallo storico biellese Alfredo Bider: “Uno spiantato e ignaro parigino si era ispirato alla stele di una medaglia miracolosa acquistata in rue du Bac per proporre a Bruxelles la sua idea di bandiera. E fu un ebreo a sceglierla, sempre per sbaglio. Costui ignorava che quella erano le dodici stelle dell’Apocalisse” di Giovanni, capitolo dodicesimo, dedicato alla Donna e al Drago. È per ignoranza che la laica Europa ostenta ora lo stendardo di Maria”. Non è un soprassalto di malumore, sardonico, di Rumiz, o dello storico Bider: il disegnatore fu un dipendente del Consiglio d’Europa, Arsène Heitz, una sorta di factotum, che sottopose una ventina di bozzetti. La scelta fu fatta dal suo dirigente, un belga, il barone Paul Michel Gabriel Lévy, direttore per molti anni delle Informazioni al Consiglio d’Europa. Heitz si era ispirato, disse, alla “medaglia miracolosa” della Madonna che nel 1830 appariva in rue du Bac a Parigi a santa Catherine Labouré. E insieme a Lévy avevano trovato conferma nel dodicesimo capitolo dell’“Apocalisse” di Giovanni: “Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle”.

Lazio – Letteralmente, terra larga, spaziosa. Per i Sabini, presumibilmente, e altre tribù delle montagne. Anche per gli Etruschi, popolo di colina.

Natale – “Pure io penso, con gli inglesi, che Dickens abbia inventato la letteratura di Natale”, Francesco Merlo, “la Repubblica”. E Jacopone? San Francesco, l’infinita drammaturgia napoletana del Natale, col presepe e senza, Manzoni? Anche Gogol’, per dire. Il laicismo a volte è assurdo – “inglese”, cioè laico?

Ernest Pinard – Fu un Procuratore della Repubblica (Sostituto Procuratore) celebre a Parigi nel 1857. A febbraio fece processare “Madame Bovary” e perdette la causa. Ma ad agosto riuscì a far condannare Baudelaire, “I fiori del male” (sei poesie soppresse, multe di 300 franchi all’autore e di 10 all’editore). Più dura la condanna che ottenne il mese dopo per Eugène Sue, “I misteri del popolo” (“Les mystères du Peuple”): 6 mila franchi d’ammenda e un anno di prigione all’autore, multe e detenzioni di varia lunghezza per l’editore e per lo stampatore, distruzione del libro.
Flaubert ne pubblicò la requisitoria in testa alla prima edizione in volume di “Madame Bovary”, come lettura accurata del romanzo, anche se conclusa male. Quattro anni dopo si scoprì che il Procuratore era autore di poesie lubriche.
 
Politicamente (s)corretto – Inviando a Falqui il racconto “Una fornitura importante”, Gadda spiega che il fatto è realmente accaduto”, è “per così dire, un fatto di cronaca”. Ma, essendoci “una «madre superiora», d’altronde molto seria”, suggerisce al bisogno di sostituire tranquillamente “«madre superiora»  con «direttrice» e «Istituto San Giuseppe» con «Istituto Tommaseo» o qualcosa di simile”.
Lo ricorda Dante Isella nella nota alla sua edizione dei “Racconti dispersi” di Gadda per la Garzanti nel 1989. La notazione non c’era nella sua prima pubblicazione degli stessi racconti nel 1981 per Adelphi - sotto il titolo “Le bizze del capitano in congedo e altri racconti”. Il “politicamente corretto” è emerso negli ani 1980? Gadda naturalmente aveva scritto a Falqui nel 1949 senza minimamente porsi il problema – non di “correttezza”, solo di sensibilità, essendo i lettori del giornale dove Falqui lavorava, “Il Tempo, conservatori e codini. In uno dei racconti di questa raccolta postuma, “La passeggiata autunnale”, ha persino un “quattro macachi di schioppettoni”, per i Carabinieri. 
 
Presepe – Fa otto secoli giusti. E consistette, quello di san Francesco a Greccio, in una mangiatoia, vuota, con accanto un bue e un asino. Due animali simbolici, che dovevano rappresentare rispettivamente gli ebrei e i pagani, probabilmente i mussulmani (due comunità di cui san Francesco aveva appena avuto conoscenza diretta in Palestina). Ma solo in via ipotetica. La Madonna invece, che riporta il presepe in ambito chiesastico, come già avveniva prima di Greccio, è invenzione di pittore, di Coppo di Marcovaldo probabilmente, che nasceva l’anno dopo il presepe di Greccio, e fu a Firenze, la sua città,  il pittore di riferimento prima di Cimabue - già con Arnolfo di Cambio, 1291, nella basilica romana di Santa Maria Maggiore, assumeva la forma poi canonica.

 
Roma – Freud vi si sentiva a casa, anche se deluso da quello che vedeva, comprese le monumentali archeologie e architetture. Ci fu sette volte, una frequenza inconsueta, negli anni in cui l’Italia era soprattutto Firenze e Venezia. “Per me è molto naturale essere a Roma, non ho alcuna sensazione di estraneità”, scriveva a un corrispondente. Ne scrisse anche come diu na nevrosi: “Il mio desiderio di andare a Roma è profondamente nevrotico”.
 
Sardegna – Terra di storie, la dice Michela Murgia, “Viaggio in Sardegna”: “C’è una Sardegna come questa”, premette, “davanti ai camini si racconta che ci sia, che poi è la stessa cosa, perché in una terra dove il silenzio è ancora il dialetto più parlato, le parole sono luoghi più dei luoghi stessi, e generano mondi”. Anche perché in Sardegna “esiste tutto ciò che viene raccontato”. E più in là, più in esteso: “Nessun’arte, sull’isola, è popolare e trasversale alle generazioni quanto quella di raccontare storie, al punto da avere dato vita a veri e propri generi letterari locali, come «sos contos de fochile», i racconti del focolare, o «sos contos de jannile», i racconti della soglia di casa”.
 
Servizi – Quelli domestici l’ing. Gadda, “Gaddus”, distingue in “visibili ed invisibili”: “L’energia elettrica è prodotto invisibile in senso stretto. Il servigio dello scolo dell’acque luride è invisibile perché viene operato nel sottosuolo” – in nota a “Le bizze del capitano in congedo”. 

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