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domenica 10 dicembre 2023

Ombre - 697

Strano veto di Biden a una tregua a Gaza. Possibile giuridicamente, ma è una dichiarazione di non innocenza della politica americana, quale si pretende di essere. Vetare la tregua è stato solo un atto d’imperio – sul fatto, Israele poteva comunque non fermare la guerra a Gaza, è dal 1967 che non si cura delle Nazioni Unite.

“La Scala in piedi per Liliana Segre. L’urlo dal loggione: «Italia antifascista»”. Perbacco, è come quando il loggione intonava Viva V.E.R.D.I.?  E non ce ne siamo accorti, per quanto la Rai fosse fissa sul palco, con la senatrice Segre.
 
Dice che era uno che ha urlato, non il loggione. Dice che la Digos è accorsa a identificare l’antifascista. E che l’ha identificato, ma non l’ha denunciato. Perbacco, e come ha fatto? Glielo hanno indicato gli altri loggionisti? Si è autoidentificato? Miserie delle cronache o miseria dell’Italia?
 
Si scopre dalle cronache dell’eredità Hermes contestata che esiste a Ginevra una fondazione “attiva contro la disinformazione giornalistica”. Siamo arrivati a tanto? La fondazione esiste, si chiama Isocrates, Ginevra la ospita al palazzo delle Fondazioni, e serve da statuto a “promuovere un dibattito pubblico informato favorevole al rafforzamento della democrazia e alla lotta alla disinformazione.”.
 
Si finanzia il pastificio Rana per riportare la produzione dei piatti pronti dal Belgio al Cuneese. Si finanzia Stellantis, cioè Fiat, cioè Elkann, per riportare la produzione di autoveicoli in Italia a un milione l’anno – e quando, se se ne produce meno della metà? Si  torna all’industria sussidiata – industria privata. Perché c’è un governo di destra? Perché la Germania ha bisogno di analoghi sussidi e quindi Bruxelles fa finta di nulla (i sussidi alla produzione sarebbero proibitissimi)? La “concorrenza” ha sempre avuto un suono sinistro, come di una clava, contro la concorrenza.
 
È anche vero che gli incentivi per l’auto elettrica, pagati dal governo, cioè dagli italiani, sono andati per quattro quinti finora all’estero. Colpa della Fiat, che non ha consentito a nessun produttore di auto di aprire fabbriche in Italia, e poi se l’è filata. Ma tutta la politica di transizione verde, i sussidi, gli incentivi, gli “oneri di sistema” etc., è un business, non troppo onesto.
 
La produzione è ferma, quasi, mentre le banche battono ogni record: nove mesi d’oro in questo 2023. Unicredit supera Intesa per utili, 6,7 miliardi contro 6,1 (più, rispettivamente, 68 e 85 per cento sui nove mesi 2022 - la superava, cioè, già un anno fa). Seguono, a distanza ma con forti incrementi: Bper 1,09 (col tratto meno rispetto al 2022, - 26 per cento, scontando poste straordinarie l’anno scorso), Bpm 943 milioni (+ 94 per cento), Mps 929 (+ 178), Mediolanum 572 (+ 52), Credem 439 (+94), Sondrio 349 (+130). La crisi fa bene alle banche? Certamente no. Ma la Bce alla “tedesca”, i tassi museruola, evidentemente sì. 
 
“Patto sui migranti in Albania: uno spot a caro prezzo”. 
“Le opposizioni: soldi buttati nel cestino”. “E quelle di Tirana dicono l’intesa incostituzionale”. Ma le opposizioni di Tirana sono di destra. E lanciano fumogeni e petardi in aula. Nomineranno capitana Elly Schlein – o Giuseppe Conte?

 Ancora “la Repubblica”, questo invece in un fondo pagina: “Schlein archivia il mito delle primarie”. Il mito, il partito Democratico è nato e ha vissuto su un un mito Obiezioni nel partito del mito? Abbiamo scherzato?
 
Si occupano alcuni licei a Roma con una “azione coordinata”, per “portare avanti le nostre istanze”, “alzare il livello del conflitto”... . Sembra un formulario, e lo è. Della vecchia burocrazia giovanile del Pci, redatta sul linguaggio delle assemblee sindacali nate morte degli anni 1970. Studenti di cinquant’anni – settanta mettendoci gli anni di scuola?
 
Sottoposta a critiche bi-partisan la politica di Biden a favore di Israele su Gaza, il segretario di Stato Blinken ha rimediato bloccando i visti ai “coloni estremisti” israeliani in Cisgiordania. Curiosa decisione. Sottintende che gli estremisti non sono israeliani poveri e illetterati provenienti dalle aree povere del’Est Europoa o dal mondo arabo-islamico, ma gente abbiente, se è legata agli Usa. E che si sa chi sono i “coloni estremisti”, cioè assassini, in Cisgiordania – gli Stati Uniti lo sanno come?
 
“Sull’Inter non mi esprimo più da quando il faldone sui nerazzurri è scomparso durante le inchieste di Calciopoli, poi riemerso quando il reato era andato in prescrizione”, Giovanni Cobolli Gigli. Come non detto – non un accenno nelle due ore del docufilm Sky su Calciopoli.
Cobolli Gigli, lombardo di Como, dirigente d’azienda (Fabbri Editore, Mondadori, Rinascente), era stato nominato dalla famiglia Agnelli presidente della Juventus nel 2006, come garante di legalità dopo l’attacco napoletano congiunto, di Carabinieri e Procura.
 
Il libriccino di Bazoli “Il processo e la pena” – il processo è la pena - è andato subito esaurito. Altrettanto introvabile è uno dei due libri di Mori e Obino, gli ex Carabinieri, quello che accusa i giudici palermitani di avere occultato, trent’anni fa, il loro “dossier appalti”. Tutto ciò che “spiega” la giustizia è ampiamente condiviso.
 
La giustizia si direbbe l’istituzione meno autorevole in Italia, materia di scandalo per i molti. Ma non molla: si autoprotegge, e questo è comprensibile, ma è anche protetta. Dai cronisti giudiziari si capisce. Ma dalla presidenza della Repubblica, che ha poteri ampi in materia, e dal Csm no. Che abbia poteri di ricatto sarebbe solo ovvio – che altra ragione c’è?

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