Ombre - 700
“I
giudici sono onnipresenti in questa campagna elettorale”, per la presidenza
Usa: “Trump ha quattro processi a suo carico. Alcuni sono pretestuosi e avallano
la certezza dei suoi fan di una persecuzione giudiziaria; altri sono fondati ma
comunque vedono protagonista una magistratura di parte”. Che non è intervenuta
a caldo, va aggiunto, sui reati che contesta a Trump, interviene adesso. Rampini
e il “Corriere della sera” ne trattano con leggerezza, ma: stiamo parlando di
democrazia? Dell’America maestra di democrazia al monda? Votare, perché?
Salvini come Fini? Anche Fini finì male a causa di un cognato.
È
curioso, sfogliando i titoli di mezza Europa, trovare bilanci tutto sommato positivi
del governo italiano, di Meloni. Mentre sui media italiani prevalgono pettegolezzi
e commenti negativi. Non spiegati, ma titolati col dubbio o negativamente. Non
solo in materia di fascismo e antifascismo, che si spiegherebbe, la materia è sensibile
in Italia, su tutto. Tasse: ne pagheremo di più, di meno? Sanità: migliorerà, peggiorerà?
Bruxelles: ci approva, non ci approva (ci approva)? Non è un gioco delle parti
politico, la sinistra critica della destra (c’è una sinistra in Italia?): è un cupio dissolvi: Alternato con “campioni!”
Siamo, plurale maiestatis, sempre campioni di qualcosa, di tennis, di sci, di cucina
– in un paese dove più non si cucina.
“Combattiamo
su sette fronti”, vanta un capo di stato maggiore israeliano. Che non è
possibile, già su due fronti una guerra si perde. Ora è possibile perché non è
vero: non è un fronte assassinare un
generale iraniano in Siria, non per questo Israele sta combattendo una
guerra con la Siria e una con l’Iran. È un grido di guerra. Ma particolare: è
in forma di spensierata sicurezza – tranquilli, teniamo a bada mezzo mondo. È qui
l’origine della guerra in corso, e il problema di darle un esito, possibile, duraturo. Israele vive nel mito della guerra
dei Sei Giorni, quado si prese Sinai, Cisgiordania e Golan in poche ore.
È
un caso, ma solo dopo il rimprovero di Brigitte Bardot (v. sotto) , il papa ha
un pensiero a Natale per i cristiani uccisi in Oriente e in Africa, in aree
islamiche. Per santo Stefano, di cui si ricorda che è stato il protomartire, il
primo martire cristiano, Francesco accenna ai cristiani perseguitati - gli unici
perseguitati da alcuni decenni per la loro fede religiosa.
Maserati
(Fiat) chiude a Torino, Lamborghini (Volkswagen) rilancia nella Motor Valley
emiliana. Quanto è costato all’Italia il monopolio Fiat sulla fabbricazione di
auto? L’Italia era il secondo produttore di auto in Europa quando ancora c’erano
Lancia e Alfa Romeo. Mentre la Spagna
produceva poche decine di migliaia di auto l’anno, di una affiliata Fiat. Poi
la Fiat ha abbandonato anche la Spagna, ce ora produce due milioni di
automobili l’anno, e l’Italia 400 mila, forse 500.
Brigitte
Bardot odia il papa: “Non lo posso vedere”, confida al settimanale di destra
“Valeurs actuellese”, “fa molto male alla chiesa”. Protoanimalista, gli ha
scritto per congratularsi “per avere scelto quel nome in onore di san Francesco
d’Assisi”, senza averne cenno di risposta. Tra le sue critiche al papa: “Non si occupa dei cristiani d’Oriente e non ne parla
mai”. Questo è vero: dei cristiani che vengono uccisi, per strada e in chiesa,
anche in modi trucidi. E coincide col fatto che il Grande Oriente è da qualche
tempo molto islamizzante.
In
tre mesi, quasi, di guerra non merita una pagina la cacciata dei palestinesi dalla
Cisgiordania, a opera dei coloni e dell’esercito israeliani – giusto sul
“Manifesto”, per pochi eletti. Lorenzo Cremonesi, che ha provato più volte a
parlarne, ottiene una pagina a commento di un fotoservizio sui”giovani israeliani
che proteggono i villaggi palestinesi nel mirino dei coloni”. Gli attivisti
sono “una ventina”.
A
fondo pagina domenicale Aldo Grasso conclude l’ermeneutica del wannamarchismo
invasivo in tv – le influencer: “La creduloneria esenta dall’obbligo della
coerenza…. Al primo inciampo, però (si parla di Ferragni, n.d.r.), c’è già chi
spera che il nome Meloni possa tramutarsi, metaforicamente, nel Pandoro Rosa di
Ferragni”. E chi? Ma lo stesso “Corriere”, con ben nove pagine. Cominciando da
quella di Grasso, e a seguire con ben tre grossi calibri, Fubini, Pioccolillo,
Guerzoni, anzi quattro, con l’incolpevole Polito.
“Marta
Fascina sentita in segreto dal Procuratore di Milano”, confida sul “Corriere”
Ferrarella, per un volta comprensibile. Oppure no (Ferrarella avrebbe
l’orecchio di Dionisio)?
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