Un omaggio alla paternità, e alla terra madre
Un
tributo, rarissimo, alla paternità. Ma in una commediola, di e con Sebastian
Maniscalco, un po’ scontata: sul tema americano eterno del clash di culture, inevitabile in un paese di immigrati. Qui tra immigrati
meno recenti, che quindi si nominano in dinastie, cogli ordinali romani, e immigrati
più recenti, siciliani, parrucchieri. Un conflitto risolto, come ora è d’uso, a
tavola, con la irresistibile cucina italiana, o siciliana.
La
regista e l’attore-sceneggiatore pagano il loro tributo alle radici. Ma come svogliati,
a una recita scolastica, ognuno recita a turno la sua parte. Il più applicato è
De Niro, il papà parrucchiere, cui incombe reggere i novanta minuti. Sorprendente
è solo, curiosamente, questo bisogno di italianità, in questi anni 2020 – a vedere
il film nella smagata Italia.
Maniscalco,
attore comico, ha fatto di meglio in “Green Book”, e in “The Irishman” di Scorsese
– qui è fulminante solo nei titoli di testa, nelle battute sulle “meraviglie” delle
migrazioni. Anche Terruso (regista giovane e già affermata in America, qui è al
suo quarto o quinto film in pochi anni) ha qualche lampo nei titoli di testa,
vecchie e nuove fotografie, della Sicilia e dell’America, sorprendenti benché
solo di qualche decennio fa.
Laura
Terruso, Papà scatenato, Sky Cinema
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