giovedì 25 gennaio 2024

Guerre des dupes tra Meloni e “la Repubblica”

È guerra aperta, tra Meloni e “la Repubblica”, che però sembra una guerre des dupes. Meloni dice che la Fiat è stata venduta alla Francia (in realtà all’Olanda, dove paga le tasse), e che ha delocalizzato la produzione. Incontestabile, come sanno i dipendenti ex Fiat, in costante diminuzione. E gli azionisti di Fiat-Stellantis, che pagano due ritenute d’acconto sul dividendo, all’Italia e all’Olanda – mentre la famiglia Agnelli-Elkann paga solo quella, ridotta, dell’Olanda. Ma questo lo sa anche il governo da quando, l’altro ieri, ha provato a invitare altre case automobilistiche ad aprire fabbriche in Italia, senza averne risposte.
“La Repubblica” difende la proprietà, Agnelli-Elkann, e accusa Meloni di incitare il suo governo ad attaccare proditoriamente il gruppo ex torinese, allegando la rassegna stampa incitatoria di palazzo Chigi. Se non che, poi, si finisce per chiedersi perché Agnelli-Elkann ha comprato il gruppo “la Repubblica”, salvo svenderne tutta la flottiglia – nella famosa metafora di Scalfari, di cui “la Repubblica” era la corazzata: dall’“Espresso” al “Tirreno” e le tante altre testate storiche locali. E la corazzata fa sopravvivere, con tagli e prepensionamenti.
Guerre des dupes
si traduce come guerra dei folli, ma è qualcosa di più, tra sciocco e presuntuoso. Nella controversia tra un giornale e un potere, qui il massimo potere politico, l’obbligo è di prendere le parti del giornale. Ma la prima carità non comincia da se stessi?Perché è anche possibile quello che l’ex ministro Calenda va dicendo a proposito dei “salvataggi” dei giornali, non seguiti da piani seri di rilancio: “Il valore dei giornali è talmente sceso che diventa un affare acquistarli per farli divenire una voce delle Relazioni Istituzionali di un’azienda. Si pagano meno di costose campagne di marketing”. E danno vantaggi fiscali.

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