Horror di ghiaccio
Le scene migliori sono le tre
dei titoli di testa. Dopodiché comincia la lunga notte dell’inverno in Alaska –
il Paese di notte del titolo: buio e ghiaccio. Nella quale gli “scienziati”
della Tsalal Arctic Research Station scompaiono, lasciando come unica traccia
una lingua mozzata.
La lingua tagliata riporta a galla
l’assassinio di una giovane inuit – o qui
siamo tra gli yupik, essendo vicini a Vladivostok? – militante dei diritti civili,
trucidata qualche anno prima. Un caso rimasto impunito. Per cialtronaggine – almeno
si suppone.
Tsalal è un omaggio a Poe, “Il
racconto di Arthur Gordon Pym di Nantucket”, il nome dell’isola meta finale di
una viaggio in mare che è stato una serie di disastri. O anche a Verne, “La
sfinge dei ghiacci”, che in omaggio a Poe non fa finire il viaggio disastroso a
Tsalal, ma lo prolunga fino a un’altra isola misteriosa, tutta ghiacci.
In scena, poliziotta capo, la
minuscola Jodie Foster, affiancata dalla muscolosa Kali Reis, la pugile campionessa
mondiale pesi medi: due poliziotte in lite ma efficienti. Un noir tinto di light horror, di cui è specialista la regista, la messicana López.
Col necessario mix razziale, e di generi sessuali. Stimola più la curiosità – come
si fa a vivere così (sarebbe un posto di minatori) - che i nervi.
Issa López, True Detective 4 – Night Country, Sky
Atlantic, Now
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