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Il voto europeo sarà sugli immigrati
Il
dibattito politico in vista del voto europeo si è radicalizzato attorno alla questione
immigrazione. Ma non in Italia, dove pure c’è un governo di destra: in Francia
e in Germania, dopo il voto politico in Olanda, che ha visto la vittoria della destra radicale. In toni ben più nazionalisti e più aspri di quanto si tenta di
imputare al governo in Italia.
A
Berlino la coalizione di sinistra al governo, che ancora in estate programmava
un flusso consistente di lavoro immigrato ((almeno 400 mila lavoratori l’anno),
interviene da settembre solo per annunci restrittivi: l’intensificazione dei
controlli alle frontiere, espulsioni “su larga scala” di chi non ha titolo
giuridico all’accoglienza né prospettiva di integrarsi in Germania, e la riduzione
delle prestazioni sociali (sanitarie e monetarie) anche per chi è riconosciuto “rifugiato”
politico.
In
Francia l’opinione è da tempo centrata sulla questione immigrazione. E il
dibattito politico è unanime nel ritenere il Rassemblement National, il partito
dei Le Pen, sempre fortemente contrario all’immigrazione aperta, oggi fortemente
maggioritario. Il presidente Macron, centrista, liberale, che già aveva voluto
a ministro dell’Interno Gérald Darmanin, il suo politico più duro in materia di
immigrazione, ha varato un nuovo governo tutto indirizzato a destra, alla rincorsa
del Rassemblement lepenista.
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