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La Resistenza a Hitler in versi
Pochi versi, dieci componimenti,
scritti in pochi giorni, poche ore, di una prigionia lunga ventiquattro mesi, pensando
alla fidanzata Maria von Wedemayer in momenti familiari, come il Natale, e all’amico
Eberhard Bethge, col quale il dialogo è quotidiano, instancabile. Componimenti
brevi e lunghi, anche lunghissimi. A carattere teologico – “Ventura e sventura”,
“Chi sono io?””Cristiani e pagani”. Sull’amizicia:
“L’amico”, la composizione più lunga,è la celebrazione di un “dono” – “è donato
l’amico all’amico”. Ma di più sono liriche fuori registro, liriche politiche. “Le
stazioni sulla via della libertà”, che sono dure: “disciplina,” “azione”, “sofferenza”,
“morte”. E sulla Resistenza: “La morte di Mosé”, “Jona”, Da forze buone”.
Bonhoeffer, una delle ultime
vittime di Hitler, il 9 aprile 1945, pochi giorni prima della fine dello stesso
Hitler, poche ore prima della liberazione di Flossenburg, il carcere dove era
detenuto, fu pastore luterano, libero docente, teologo raffinato, intellettuale
critico, protetto dalla chiesa, uomo della
Resistenza militare (con von Dohnanyi e Canaris). Sfuggito al carcere nel 1939
emigrando negli Stati Uniti, dopo solo sei settimane tornava in Germania, per
continuare la lotta contro l’hitlerismo. Non fu poeta: questi versi, per quanto
eticamente, ma anche poeticamente, notevoli sono un caso.
“La morte di Mosè” è l’accettazione
responsabile della morte, in cui il singolo non guarda a se stesso ma alle
generazioni future. “Jona”, il penultimo componimento, l’esumazione del racconto
biblico del profeta infedele, è duramente politico – perfino cinico, “evitare
di solidarizzare con i condannati, anzi evitarli senza scrupoli” nella lettura
del curatore. La disperazione non è sopita, la lettura rinvia a ogni pagina al Cristo in croce. Ma sono versi accattivanti, come il corale, come il salmo, nota il curatore. “Da forze buone”, l’ultimo componimento, indirizzato a Maria per
il Natale del 1944, è un addio gentile, come invito al domani. Di un ecumenismo anticipato, esteso al pagano.
In tedesco, con traduzione e a
cura di Alberto Melloni. Una ri-traduzione, con attenzione al ritmo e alla metrica, tralasciando la rima. Con una introduzione critica molto circostanziata sulla vicenda umana e dottrinale di Bonhoeffer. Una raccolta, nota Melloni, curiosamente edita come testo poetico
solo in Italia. In Germania le “poche pagine” sono “accantonate dagli studiosi
come momenti di autoindulgenza”, come “indici generici del dramma del prigioniero”, riprova della “posizione
teologica di Bonhoeffer….incomunicabile”, o come “tentativi incerti di ridire
nell’ermetismo…. ciò che è spiegato altrove e meglio”. Sono poesie come i salmi, nota Melloni, che
dota l’edizione con una introduzione, “preghiera spezzata di un credente nella distretta
e nella solitudine”.
Dietrich Bonhoeffer, Poesie, Qiqajon Comunità di Bose, pp.
89 € 10
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