La violenza della critica
Una sfida alla noia.
Una favola della natura
bell-e-buona? Ma se finisce squatter.
Ex post, sono corsi a spiegarlo
come il film di un “allestimento” della musicista Eriko Ishibashi, con la quale
il regista si sarebbe sentito indebitato per la colonna sonora del suo
precedente film “Drive my car”, premiato a Cannes – roba da (modesto) ufficio stampa.
Solo si salva Hitoshi Omika, il protagonista,
quando spacca la legna: non sbaglia un colpo d’accetta.
Premiato a Venezia da chi non
è mai andato a passeggio fuori porta – nemmeno a villa Pamphili. Solo perché il
precedente Hamaguchi era stato premiato a Cannes? Poi dice che la critica non esiste
più. Purtroppo sì.
Ryusuke Hamaguchi, Il male non esiste
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