Il riarmo avviato in Europa, con
al centro la Zeitenwende tedesca, il
cambiamento epocale di Berlino, avviene paradossalmente a difesa dalla Nato. Dalla strategia Nato,
ribadita nel 1990, dopo il crollo dell’Unione Sovietica, e quindi della
minaccia della superpotenza, detta della “risposta flessibile”. Una strategia
che prevede l’utilizzo di armi atomiche “tattiche”, di potenza limitata, contro
un attacco russo.
Il ministro della Difesa
Pistorius, che ha avviato il riarmo, lo ha spiegato con la necessità di
ripristinare la “deterrenza convenzionale”, escludendo cioè le armi atomiche,
nei confronti della Russia. A questo fine prospettando perfino il ritorno a una
qualche forma di coscrizione – la cui abolizione dopo il 1989 definisce “un
errore”. E indirettamente a un ruolo guida della Germania, da spina dorsale come va ripetendo, nella difesa europea. Su questo trovando evidentemente consensi in un paese che per tutto il lungo dopoguerra ha sempre schivato, perfino disprezzato, le questioni militari e della difesa.
Pistorius fa riferimento all’analisi
che della situazione europea dopo l’implosione dell’Urss faceva nel 1990 un
altro socialdemocratico, l’ex cancelliere Helmut Schmidt, in un testo subito famoso e subito
dimenticato, “I tedeschi e i loro vicini”, Die
Deutschen und ihre Nachbaren. La strategia Nato sottovaluta la forza
convenzionale tedesca, e di più quella franco-tedesca, e sopravvaluta quella dell’ex
Urss, questo il primo argomento. Conteggiando come forze di Mosca quelle dell’ex
Patto di Varsavia, le quali invece andrebbero conteggiate come forza dissuasiva
contro la Russia e favorevole alla Nato. Il secondo argomento è che la “risposta
flessibile” adottata in sede Nato semplicemente fa della Germania il terreno di
uno scontro nucleare.
Le analisi di Schmidt furono trascurate perché il decennio successivo - fino alla guerra Nato contro la Serbia - vide un avvicinamento della Russia alla Nato. Si considerò perfino una qualche forma di allargamento della Nato ala Russia. Poi prevalse la spinta in senso contrario, di allargare la Nato contro la Russia.
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