Nel 2022 la spesa militare mondiale è cresciuta del 3,7 pe r cento, a 2.240 miliardi di dollari. Quella europea del 13 per cento, a 346 miliardi di dollari - più 29,4 per cento rispetto al 2014. L’1,65 per cento del pil europeo a 27. Quasi quattro volte le spese della Russia nello stesso anno, con la guerra in Ucraina in corso.
L’Europa si sta riarmando e non
lo sa. Anche la Commissione di Bruxelles destina agli armamenti il 2 per cento
del suo bilancio, benché i trattati a lungo abbiano espressamente escluso le
spese militari dal bilancio comunitario. La spinta viene soprattutto dalla
Germania. Che, come dice il ministro della Difesa Boris Pistorius, vuole diventare
“la spina dorsale della deterrenza europea”.
A lungo la difesa è stata in
Germania un tema politico di poco o nessun richiamo, ora non più – Pistoruius è
anche il politico di governo più popolare. È alla radice della Zeitenwende, il “cambiamento epocale”
annunciato due anni dal cancelliere Scholz, e vede la Germania ammodernare e
ingrandire i suoi arsenali a ritmo elevato.Con un fondo speciale per l’acquisto
di armi da 100 miliardi di euro, e un impegno di spesa per la difesa sul 2 per
cento anuo del pil.
Un riordino del personale è in
atto, in collegamento con la Francia, la Gran Bretagna, l’Olanda, la Romania, la
Repubblica Ceca, i paesi baltici – una quindicina di paesi in tutto. Nel quadro
di un programma ESSI, European Sky Shield Initiative. In collegamento con
questi paesi è partito anche un riordino del personale. Che prevede la
formazione in un quinquemio di tre grandi divisioni intereuropee. Nell’ottica di
una “spina dorsale” europea.
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