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Non c’è intelligence senza politica
Si moltiplicano i sevizi di intelligence, come se fossero la
politica spianata, un rotolo aperto, scorrevole. Specie degli affari
internazionali, che invece sono tra i più complessi, e anche tortuosi, da
gestire.
L’11 settembre, la guerra
all’Ucraina e il 7 ottobre, i tre eventi che hanno marchiato questo primo quarto
di secolo, sono sconfitte, nette, enormi, soprattutto dello spionaggio. È quasi impensabile l’attacco arabo su suolo
americano, impossibile nella più pccola repubblica delle banane. In un’America
che ha una ventina di servizi di intelligence
politica e militare in giro per il mondo. Israele tra i tanti punti di
forza di cui si fa vanto celebra in primo piano quelli di spionaggio. Che ha
fatto lavorare molto dopo l’11 settembre, e contro obiettivi singoli qua e là
per il Medio Oriente, nonché nella stessa Gaza controllata dal nemico Hamas, e
tra gli stessi esponenti di Hamas. Dunque le spie ce le ha. Ma poi?
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