“Il
comparativista Rodolfo Sacco diceva: «In Italia il professore di diritto non ha
ancora abdicato». Vale anche oggi. In Italia i giuristi, come i magistrati, continuano a decidere quello che si può fare
e quello che non si può fare, ben oltre i limiti posti dalle leggi scritte”,
Luca Enriques, professore di diritto Commerciale a Oxford, a Bricco sul “Sole
24 Ore”. È l’ancien régime, quando i parlamenti
erano tribunali, di nobili e chierici. Un Medio Evo, nell’accelerazione
successiva del tempo.
La
Cina l’“Economist” incorona regina del mercato mondiale dell’auto, prima esportatrice
di elettriche. In una simulazione di qualche decennio fa, all’avvio della
globalizzazione, si era ipotizzata una Cina bloccata, letteralmente ferma, su
strade e autostrade, da un miliardo e trecento milioni di automobili, invece
delle biciclette. Che messe in fila, a due metri di distanza, minima, l’una
dall’altra, facevano qualcosa come nove miliardi di km. di strade.
Ma
Hegel aveva ragione, la storia va come diceva lui, da Oriente verso Occidente.
Si
fa grande caso della lite in Sardegna fra due candidati della destra in concorrenza
al voto regionale fra un mese. Mentre la vera novità – possibile, probabile - sarà
che i due della destra avranno ognuno più voti dei due della sinistra. In base
al voto delle politiche 2022 non sarebbe possibile: la sinistra, tra Pd e 5 Stelle,
era poco sotto il 50 per cento. Ora,
dopo 15 mesi, sì: non è cambiato nulla?
Lunga
anamnesi di Belpoliti su “la Repubblica” del saluto romano per i morti
assassinati del Msi nella sezione Acca Larentia 45 anni fa. Senza ricordare che
gli assassini sono rimasti impuniti – nemmeno veramente ricercati. O, in tema
di reducismo, ricordare manifestazioni col pugno chiuso. Sembra insensato, e lo è – l’antifascismo si vuole
serio, altrimenti che opporsi a fare?
Si
scopre da una votazione in Senato che Pier Ferdinando Casini fa parte del Pd.
Casini, lo stesso che era vice e socio di Berlusconi? È proprio vero che la Dc
non muore mai, dentro e fuori di ogni partito – manca solo Meloni (ma manca?).
Attal
non è un cavallo, ma è più che senatore: è primo ministro di Francia, e candidato
in petto a presidente della
Repubblica. In Italia non sarebbe possibile – i presidenti, del governo e della
Repubblica, li fa il Parlamento: è un bene o un male? Si prenda la Francia (su
cui l’Italia unita si è uniformata, purtroppo – le copie vengono sempre male) di
Macron, le terribili divisioni che ha vissuto e vive, il terrorismo islamico, i
gilets jaunes, il razzismo, gli immigrati….: l’Italia sarebbe scomparsa,
altro che Acca Larentia e abuso d’ufficio. Le istituzioni contano.
La
novità politica del nuovo governo di Macron è ancora più curiosa. Attal primo
ministro si è scelto il suo ex sposo a ministro degli Esteri. Frizzi, lazzi,
ma il fatto è che Attal e l’ex sposo sono stati scelti perché macroniani di destra.
Per pescare voti a destra alle Europee, assottigliando il previsto plebiscito
lepenista (nazionalista, razzista). Due gay alla guida della destra-destra di
governo, di che destabilizzare il militantismo dei “diritti”.
Chiara
Ferragni suscita un po’ d’indignazione nel “Corriere della sera” di mercoledì.
Ma lo stesso giornale lo stesso giorno la propone come una delle punte di diamante
della sua Academy Business School, come tanti altri imprenditori di successo.
Se
la prendono tutti con Ferragni, che sicuramente non è in malafede – non è
corrotta, non è ladra. È, come ognuno online, sovrana, nel senso che dice e fa quello che le
va e nessuno le dice nulla, né le Entrate, né il Parlamento, né le Autorità di
controllo del mercato. Se non era per la denuncia del Codacons, non cestinata
dall’Autorità Antitrust, staremmo ancora a congratularci con la diva di Sanremo.
Il
Pd più di ogni altro partito sa, e da più tempo, almeno una quarantina danni,
dal tentativo di riforma di Craxi, che il reato di abuso d’ufficio è soltanto
dannoso. Si capisce il no alla sua abolizione di Conte, è avvocato ma non ha
mai amministrato niente. Ma del partito degli assessori, (ex) democristiani e
(ex) comunisti?
Si
fa questa opposizione per non farne un’altra?
“Si
difende”, per modo di dire, il presidente aggiunto della Corte dei conti Miele,
di avere scritto sull’allora twitter sette-otto anni fa una serie di insulti
contro Renzi, che non ne appoggiava la candidatura a presidente della Corte: “Lasciavo spesso l’iPad in giro,
senza password per farlo usare anche ai collaboratori”.
Bell’ambientino:
se non è il presidente aggiunto sono i suoi collaboratori – che per di più si
celano sotto gli alias del presidente aggiunto. Nel giudiziario il più pulito
ha la rogna.
Muore
suicida in carcere in Ancona un giovane venticinquenne. Gli “mancavano da
scontare otto mesi. All’inizio aveva goduto di un regime alternativo: lavorava
in una pizzeria con l’obbligo di fare rientro a casa entro un certo orario. Ma
aveva violato di un’ora il rientro e per questo il giudice lo aveva mandato in
carcere”.
Spregevole
Rai 3. Che fa di tutto per nominare Meloni in una inchiesta di mafia. Per essere
figlia di un padre che l’ha abbandonata appena nata. Finito trafficante di
droga in Spagna. Senza mai dire che il padre si voleva comunista, e aveva abbandonato
la famiglia per fare la rivoluzione. Poi dice che uno non vorrebbe pagare i
(pochi) euro dell’abbonamento - non sentirsi complici.
Nessun commento:
Posta un commento