domenica 21 gennaio 2024

Pavese o del mal d'amore

Non è un titolo poetico postumo, di una qualche raccolta inedita, è un verso della produzione amorosa di Pavese poeta. Non nutrita, o forse sì, una cinquantina di testi sono compresi nell’edizioncina, ma tutti sicuramente “ardenti”. Dell’aspetto forse più trascurato di Pavese. Noto e celebrato filologo (anglista, traduttore, editore), classicista in petto e antropologo, perseguitato politico, suo malgrado, suo malgrado poco impegnato politicamente, narratore regionale, e poeta certo, idilliaco, elegiaco, mitico. Mentre visse e morì d’amore.
Proprio così, su toni melodrammatici. Per una incomprensibile inattitudine ad amare, tanto forte e costante quanto il bisogno. A creare una relazione, se non come possesso, esclusività. Al punto da sfiorare, sembra da certi componimenti, l’impotenza. Proprio, quella fisica, fisiologica - conoscendone la biografia al modo, si direbbe, di Nietzsche, che chiedeva in sposa, esclusiva, avvinta, qualsiasi donna lo guardasse mentre gli parlava. Tanto da morirne, suicida. Avviene di risfogliare questa pur minuscola brochure con meraviglia.
Cesare Pavese, Il desiderio mi brucia, Garzanti, pp. 92 € 4,90

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