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Ritorno allo Stato
Dopo
l’ex Sip-Stet, ora Tim, l’ex Italsider – quello che ne resta: Taranto. Si rinazionalizza
ciò che era stato privatizzato venticinque anni fa - da Draghi – trionfalmente.
Non per una migliore gestione ma per l’ideologia del “mercato”. Come se l’acciaio
pubblico non si vendesse, con un utile. Si rinazionalizza, non “si salva”: si
rimette in moto un’impresa che funziona, se gestita bene. Senza una nota
critica, una sola, alle privatizzazioni di programma e al mercato.
C’è
il miracolo, nelle privatizzazioni, di Eni, Enel e Poste, che macinano profitti – a vantaggio soprattutto
del Tesoro. Ma non sono un’eccezione, sono gruppi privati solo in parte, la
gestione è pubblica.
Curiosamente,
solo le banche sono state privatizzate integralmente con successo, con i miracoli
Intesa e Unicredit. Lo stesso settore nel quale un vero e proprio salvataggio è
ora in atto, del Monte dei Paschi. La banca che venticinque anni fa, prima delle
“privatizzazioni”, figurava la più solida.
Si
deve il miracolo delle banche a Fazio, il governatore della Banca d’Italia che
ne gestì la privatizzazione, l’unico governatore condannato per questo al
carcere, per il crimine “attaccapanni” di aggiotaggio? Antonveneta, per la cui “sistemazione”
Fazio è stato condannato da Milano, è poi costata il fallimento al Monte dei Paschi.
Bnl, per la quale Fazio è stato a lungo processato (condannato e assolto), era
la prima banca per “attivo tangibile”, ora è l’ottava – preceduta perfino da
Crédit Agricole Italia, che raccoglie briciole locali.
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