Se la giustizia fa gol con gli autogol
Dalle
carte che la Procura di Roma gestisce malvolentieri sulle plusvalenze fittizie
nel calcio (bisognerebbe assolvere la Juventus, già rinviata a giudizio, oppure
perseguire altri club) si scopre che il Napoli ha comprato Osimhen dal Lille
pagando venti milioni con quattro calciatori che non hanno mai giocato –
seppure esistono. Su questo affare, si dice, la giustizia sportiva ha già
indagato il Napoli, assolvendolo. E questo è lo stato della giustizia del
calcio, tutta di parrocchia – si colpisce la Juventus perché appartiene agli
Agnelli, le sacrestie odiano i ricchi.
L’affare
Osimhen era nelle carte anche della Procura di Torino, che però ha perseguito
solo la Juventus. Anche le Procure della Repubblica sono di sacrestia?
Resta
da vedere perché il Lille si sarebbe accontentato di venti milioni falsi. O non
pagati sottobanco, con fondi neri, a presidenti e procuratori? Ma la logica è
troppo chiedere a questa giustizia.
Viene
da meravigliarsi, leggendo di queste vicende, ma anche da ridere. In fondo, è
tale l’impunità che Chiné e soci, i procuratori laici, è come se vincessero
allegramente le partite facendosi autogol: uno strapotere esibito, strafottente.
Nessun commento:
Posta un commento