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Che ridere la ricerca della virtù nel mondo
Il barone Camillo, “il quale,
raccoglieva in sé lo stillicidio vitale di centoventisei tra baroni e
baronesse, se non isbaglio”, dopo avere spulciato senza mai distrarsi – se non
due giorni, per il necessario matrimonio - e rispulciato tutte le filosofie
morali dall’antichità ai giorni suoi, insoddisfatto, convoca il maggiordomo Floriano,
“il più antico arnese di casa Nicastro”, gli fa preparare la valigia, e insieme
partono. Una spedizione affrontano alla ricerca della virtù nel mondo.
Un racconto ne segue dal ritmo
serrato e l’inventiva continua. Di un personaggio molto “Candido” alla
Voltaire, in una trama montesquieviana, da “Lettere persiane”. Con più
buffoneria. “Or fa un secolo”, è l’attacco, “scriveva
Giangiacomo essere la Corsica il paese più vergine d’Europa. Ma dappoi
l’eredità di un tale privilegio, toltole ladramente dai Francesi, fu adita col
benefizio dell’inventario dalla sorella Sardegna; e forse sperò costei d’invogliare
così gli sposatori, che solamente adesso
cominciano a inuzzolirle dintorno. Peraltro ai tempi di cui parlo, la verginità
della Sardegna non correva ancora di tali pericoli; anzi da Cagliari a Sassari
la sua prole irrequieta, viveva allo scuro come un devoto uditorio sotto il
tendone del predicatore, credeva a Dio, ad alcuni santi, e a tutte le streghe
della tragedia, e s’accoltellava con rara semplicità senza dar di sé contezza o
desiderio al parentado oltremarino”.
Un racconto tratto dal “Novelliere
Campagnolo e altri racconti”. Di un autore da riscoprire – ha cominciato
l’America, con la traduzione delle pur voluminose “Confessioni di un italiano”,
già “Confessioni di un ottuagenario”. Per la leggibilità, e per l’inventiva
irriverente.
Uno scrittore prolifico, che
fu anche attivo patriota. Morto di nemmeno trent’anni, il 4 marzo del 1861, nel
naufragio del piroscafo “Ercole”, col quale riportava a Torino le “pezze”
giustificative della guerra che aveva fatto l’Italia unita. Da Palermo, dove era
arrivato n. 690 fra i Mille, presto colonnello, poi vice-intendente generale della
spedizione, cioè amministratore, contabile – onesto.
Silvia Contarini ne correda la
pubblicazione con una serie di note, e con corposa storia dell’idea e delle vicenda
editoriale del racconto – tra le riviste “Il Pungolo” e “Fuggilozio”, il
Risorgimento era anche scherzoso.
Ippolito Nievo, Il barone di Nicastro, pp. 126, Fondazione
Nievo, free online
Ibis, pp. 144 € 14
s. i.e., pp. 160 € 7
Con nota introduttiva,
commento, e note al testo di Silvia Contarini, Academia.edu
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