Cronache dell’altro mondo – giustiziarie ter (256)
Il presidente Biden conservò privatamente
e divulgò volontariamente materiali segreti quando era un privato cittadino
(dopo essere stato vice-presidente per otto anni con Obama). Inclusi documenti
sulla politica militare ed estera in Afghanistan, e altre “questioni sensibili”.
Ma non ne ha colpa.
È la conclusione del Procuratore
speciale Robert Hur, nominato per indagare sulle carte sequestrate dall’Fbi in
un garage del presidente dal ministro della Giustizia, nominato a sua volta dallo
stesso presidente.
Diverso il caso dell’ex presidente
Trump. Che anche lui deteneva in un suo garage documenti segreti. Il Procuratore
speciale Jack Smith, nominato sempre dal ministro della Giustizia di Biden, lo aveva
sei mesi fa dichiarato colpevole. Incriminandolo con sette capi d’accusa. Tra
cui falsa testimonianza e cospirazione per ostacolare la giustizia, ma non la divulgazione
di segreti.
Del presidente Biden, però, il Procuratore
speciale Hur dice anche, per alleggerirne la posizione?, che è un “uomo anziano
bene intenzionato” ma “con scarsa memoria”. Non da ora, dice ancora, poiché non
ricorda gli anni esatti della sua vice-presidenza, né la data della morte del
figlio Beau di cancro – 2016.
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