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Cronache dell’altro mondo – infantili (256)
L’assistenza all’infanzia (nidi, asili,
scuole materne) è diventata un settore d’investimento per i fondi di private equity – di investimento in
attività “private” (cioè non quotate per il “pubblico”, in Borsa). Perché è un
settore stabile – un bisogno primario – e naturalmente in crescita. Ed è a grande
rendimento.
La scoperta è stata fatta durante
la pandemia. Insieme con la constatazione, nota da tempo ai governi (federale e
statali) che la cura dell’infanzia si fa a costi molto elevati.
Durante e dopo la pandemia gli
investimenti pubblici per l’assistenza all’infanzia si sono moltiplicati, e i fondi
di private equity sono entrati
vantaggiosamente nel mercato.
Ci sono rischi assicurativi nela
cura dell’infanzia. Ma i fondi li evitano perché tecnicamente non sono gestori, e normalmente investono nell’infanzia
a debito. Se insorgono problemi, la loro posizione giudiziale è :”Noi non siamo padroni dell’attività,
noi siamo manager di un fondo che assiste i gestori”.
(“The Atlantic”)
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