venerdì 2 febbraio 2024

Destra/sinistra - di cittadinanza

Si ride leggendo sul “Fatto Quotidiano” dello strano caso del comune di Val di Zoldo,  2.500 abitanti, che deve “lavorare” 556 pratiche  di riconoscimento di cittadinanza per remoti congiunti di vecchi suoi emigranti in Brasile, gente mai vista mai conosciuta in paese. E guardando al Tg 5 la modesta impiegata dell’anagrafe che sia “tutto in regola”, lamenta, “dobbiamo evitare i ricorsi al Tar che sono costosissimi”. Tutto ridicolo, perche la “pratica” costa solo 3 mila euro, di avvocaticchio, a ogni aspirante bisnipote, e apre in cambio la prospettiva di una penione sociale e di cure mediche assicurate.
Si ride amaro pensando alla legge che consente queste astruserie, dello “ius sanguinis”, del 1993, una legge patriottica dell’amatissimo giornalista e onorevole missino Pinuccio Tatarella. Perché mette a grave rischio il concetto di patriottismo – tanto più forte in Tatarella, che per questo inseguì lo “ius sanguinis”:  andare alla ricerca di un grammo di anno di italianità in un grumo di sangue?
Senza contare che a questi riconoscimenti di cittadinanza si lega il voto. Per cui abbiamo parlamentari che non sanno nulla dell’Italia e non gliene frega nulla, ma con un migliaio di voti inviati per lettera si godono cinque anni di prepensione a 30 mila euro al mese, tra stipendio di parlamentare e rimborso spese. Il patriottismo messo in ridicolo.
Senza dire che lo “ius sanguinis” esclude dalla cittadinanza invece gente che si fa il mazzo, ogni giorno, anche per pochi euro, a beneficio dell’Italia.

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